Ci sono persone che dovrebbero continuare a usare la mascherina “come fragili e chi si prende cura di loro”. Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, aggiunge: “Bisogna cambiare paradigma: non si deve evitare la trasmissione del virus ma dobbiamo capire come proteggere i fragili che, se si prendono il Covid, perdono la vita”.
Covid Italia, Crisanti: “Fragili e care-giver continuino ad indossare le mascherine”
Scattate da ieri, primo maggio, le nuove regole su mascherina e Green pass: l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione resta solo in alcuni contesti e per il personale delle strutture sanitarie, mentre viene quasi del tutto accantonata la certificazione verde. Le aziende del settore privato avranno propri protocolli, mentre nel pubblico resta raccomandata la Ffp2 per il personale a contatto con il pubblico e negli spazi comuni. L’ordinario di microbiologia presso l’Università di Padova Andrea Crisanti ne ha parlato nel corso di un intervento televisivo. Anche dopo lo stop dell’obbligo nella maggior parte delle attività al chiuso, la mascherina “dovrebbero continuare a utilizzarla i fragili, che sono una fascia di persone abbastanza numerosa, basti pensare agli oltre 5 mln di over 80, a cui aggiungere i pazienti oncologici, gli immunodepressi e tutti quelli in trattamento con cortisone: arriviamo facilmente a 8-9 mln di persone”, ha spiegato Crisanti.
“Credo che la prudenza sia un elemento importante”, commenta invece il presidente dell’istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, a margine della cerimonia per il premio Walter Fontana alla Villa Reale di Monza. “Tutti abbiamo i dati e abbiamo imparato a conoscerli – ha aggiunto – li stiamo guardando con attenzione”. Ad ogni modo “la vaccinazione ci consente di fare delle scelte e di riprendere quasi tutte le attività – ha continuato – dobbiamo essere sempre molto attenti a monitorare come evolve la pandemia e essere sempre pronti a individuare eventuali nuove varianti e continuare la campagna vaccinale”. Perché “quella – ha concluso – e’ la chiave di lettura per poter convivere con il virus”.
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