Il tecnico dei bianconeri, a quasi due settimane dalla fine della stagione, fa un bilancio del campionato suo e del suo team, partito con dei pronostici parzialmente rispettati. Mentre el Fideo svela…
Juventus, Allegri: “de Ligt e Locatelli saranno i leader, Dybala ha pensato di essere Messi”. E Di Maria…
“Milan, Inter e Napoli ci sono arrivate davanti in classifica, ma non ci erano superiori. Se non abbiamo mai vinto negli scontri diretti, qualcosa ci è mancato sotto l’aspetto caratteriale o della gestione”, ha detto Max Allegri ai microfoni di Dazn. “Chi vince non potrà mai giocare male – prosegue il tecnico toscano -. Però anche chi gioca bene, perde e viene criticato perché non arriva il risultato. Quando sei in campo non c’è un metodo unico per vincere: bisogna avere giocatori molto bravi, metterli nelle giuste condizioni e dargli un’idea. La differenza è che quando alleni una grande squadra, l’obiettivo è arrivare a vincere. Tutti vogliamo giocare bene, ma è una parola astratta perché alla fine ci si ricorda della rovesciata fatta da Ronaldo qui a Torino, non di com’è venuta fuori l’azione. Poi dipende dalle caratteristiche del giocatore, ma soprattutto dal Dna della società, altro elemento che non puoi cambiare. Quando sei in una grande squadra devi vincere. Quindi un metodo lo devi trovare e tutti gli anni non è uguale”, ha detto.
I leader della nuova Juve – “De Ligt e Locatelli – conferma Allegri -. Manuel è stato un ottimo acquisto, potrà essere il capitano, ha le caratteristiche tecniche e morali per stare tanti anni alla Juve. Poi quest’anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso, deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra. È la squadra che ti riconosce come leader. Vlahovic? Dusan può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Ho allenato Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo e Buffon: un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava… L’unico che mi è mancato allenare è Messi. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite”. Sull’ex “pupillo” Paulo Dybala, fresco di addio alla Juve. “Paulo deve tornare a essere se stesso, c’è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che era il nuovo Messi. Un giocatore non può emulare o pensare di essere come un altro. Ha ancora tanto da dare perché ha qualità tecniche straordinarie, gioca in un modo divino”.
Intanto Di Maria dall’Argentina… – In un’intervista al quotidiano Olé, Angel Di Maria – obiettivo di mercato della Juventus – annuncia l’addio alla Nazionale argentina dopo Qatar 2022 dopo quello al PSG: “Ho già ottenuto ciò che volevo ottenere e ho la possibilità di giocare un altro Mondiale poi lascerò spazio ai più giovani. Dove voglio chiudere la carriera? Al Rosario Central”.
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