A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Manuel Gerolin, direttore sportivo: “Dybala al Napoli? Per caratteristiche e modalità di gioco potrebbe infiammare una piazza come Napoli. Se è cambiato dal Palermo alla Juventus? È normale che giocare a Palermo fosse differente, ci si adatta alla situazione e ai compagni. È sempre stato un regista, credo che sia il classico giocatore che la gente paga il biglietto per vedere. Non ha ancora una squadra perché sta decidendo lui la situazione migliore. Io credo che tra 10/15 giorni lo farà. È un mercato difficile e le grandi squadre stanno provando a dare via qualche giocatore per prendere Dybala. Il Napoli provò a prenderlo ai tempi del Palermo, ma è una trattativa che avviò il presidente Zamparin che trovò subito la quadra giusta con Marotta che era alla Juventus. Io lo vidi nel 2011 in una partita di Serie B, era ragazzino e telefonai al presidente Pozzo, costava poco, 2 milioni e dopo sei mesi lo presi al Palermo. Poteva crescere dietro Di Natale. Più con Osimhen o Abraham in coppia? Gli ambienti di Roma e Napoli sono molto simili, sia Roma che Napoli hanno delle belle piazze, però a Napoli saprebbe lanciare molto bene Osimhen. Perché Abraham è un giocatore che preferisce la tecnica, mentre Osimhen prende la profondità. Non dimentichiamo le squadre estere per lui. Noi parliamo sempre delle squadre italiane, ma all’estero apprezzano molto i nostri giocatori e a Napoli si è capito in questi giorni. I talenti ci sono, basta girare e avere una certa esperienza e conoscenza del territorio. Bisogna anche rischiare, ma io credo che a Napoli siete abituati a vedere bel calcio e a Napoli lo scouting è importante perché tira fuori giocatori importanti. È arrivato Olivera che ho visto nell’under 20, buon giocatore. Ci sono delle regole da rispettare per i posti in rosa, altrimenti se ci fosse il mercato libero ce ne sarebbero di più. Napoli e Palermo sono le due piazze dove i sudamericani possono esprimersi in maniera fantastica”.
Antonio Napoletano
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