Il fratello del Pipita, nonché suo ex manager, si racconta alla Gazzetta dello Sport. Ora si è dedicato al mondo della musica: fa il cantante, nei giorni scorsi ha pubblicato un album che in Argentina sta spopolando. Dice di ispirarsi a Jovanotti. Nella sua lunga intervista non può mancare una riflessione sull’esperienza napoletana…
Higuain, ricordate Nicolas? Il fratello-agente di Gonzalo oggi canta: “Impazzisco per Jovanotti. L’esperienza al Napoli? Rifarei ogni singola cosa…”
“Impazzisco per Jovanotti. Mi rivedo in lui per il look, per le melodie, per il modo stravagante di vivere e di pensare. Il nostro giorno più duro? Quando abbiamo perso la nostra mamma: quella è una cosa che rimane dentro, tutto il resto va via. Per noi non è stato semplice decidere di andare via da Napoli anche se era arrivata l’offerta giusta, quello è stato un giorno molto particolare… Aggiungo anche la finale del Mondiale, una ferita che ancora non si chiude: il mondo è caduto a pezzi”. Poi un lungo ricordo dell’esperienza all’ombra del Vesuvio: “Il suo record di gol in Serie A è una cosa irripetibile: ha giocato 3 partite in meno del totale, segnando solo 3 rigori. Ho tanto rispetto per Immobile, ma oggi per Gonzalo sarebbe ancora più semplice con tutti i rigori che assegnano con il Var. Rifarei ogni singola cosa. Quando c’è stato il trasferimento dal Real Madrid al Napoli tutti mi chiedevano: Ma sei pazzo? Perché al Napoli? Io rispondevo: Lì ha giocato il numero uno di tutti i tempi. A Napoli Gonzalo è stato strepitoso, ha iniziato quell’avventura con una convinzione incredibile e non ho mai avuto dubbi su di lui. Non c’è stato bisogno di dirmi qualcosa di speciale. Lo conosco: quando è così determinato so già che farà bene. Gli ho detto solo: Andiamo in guerra insieme. Il suo addio? La città è molto particolare, ho ancora tanti amici lì che sento ogni settimana. Tutte le persone che mi criticano in realtà mi danno una grandissima dimostrazione d’amore. Comprendo magari la loro rabbia, ma il calcio deve essere vissuto in una maniera migliore. Siamo stati i primi a litigare con una persona (il patron Aurelio De Laurentiis, ndr), ma non siamo stati gli unici…”
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