Prosegue la protesta danese dopo la maglia nera a lutto per un torneo costato molte vite. Un Mondiale che sa tanto di beffa per il popolo danese, che ha (ben) pensato di mettere in atto una vera e propria contestazione circa la scelta dello scenario. Mancano poche settimane ormai all’inizio di un torneo anomalo per tantissimi motivi, in primis perché verrà disputato tra novembre e dicembre. Fa discutere ancora di più il trattamento riservato ai lavoratori migranti che hanno costruito gli stadi. E alla Danimarca non è andata giù la nomina del Qatar. Dopo le maglie nere e gli stemmi nazionali oscurati, i familiari dei calciatori resteranno a casa con l’obiettivo di ridurre i viaggi (evitando dunque di generare profitti per il Paese ospitante).
Mondiali in Qatar, la Danimarca continua la protesta: niente famiglie al seguito dei calciatori
Si allineano così alle proteste della Federcalcio danese sulla questione del mancato rispetto dei diritti umani nel Paese che ospiterà il torneo. “Non vogliamo contribuire ai profitti del Qatar e pertanto abbiamo ridotto il più possibile le nostre attività di viaggio”, ha fatto sapere la Federazione al quotidiano danese Ekstra Bladet. Nei giorni scorsi lo sponsor tecnico della nazionale, ha presentato le tre maglie che i giocatori indosseranno ai Mondiali e in cui saranno presenti una serie di messaggio a favore del rispetto dei diritti umani. La terza maglia sarà nera in segno di lutto per le vittime sul lavoro.
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