Il suo soprannome riassume perfettamente l’effetto che l’ex attaccante dell’Inter faceva su chi lo guardava giocare e in occasione dei Mondiali in Qatar. Dazn ha realizzato un docufilm che ripercorre gli incredibili alti e bassi della sua carriera, in Ronnie si racconta in prima persona “senza nascondere nulla”.
Il Fenomeno Ronaldo e la depressione: “Sono due anni che faccio terapia, ora…”
E, in occasione della presentazione a Madrid, R9 ha rilasciato un’intervista a Marca in cui ha toccato anche argomenti più personali: “Oggi faccio terapia. Sono passati due anni e mezzo e capisco molto meglio anche quello che avevo provato prima”, ha svelato Ronaldo. “Vengo da una generazione in cui sei stato gettato nella mischia e dovevi fare del tuo meglio senza la minima possibilità di dramma – ha raccontato il fenomeno – Guardo indietro e vedo che sì, siamo stati esposti a uno stress mentale molto, molto grande e senza alcuna preparazione per questo. Anche perché era l’inizio dell’era di Internet, con la velocità con cui viaggiano le informazioni. In questo periodo non c’era alcuna preoccupazione per la salute mentale dei giocatori. Oggi sono preparati molto di più, ricevono le cure mediche necessarie anche per affrontare la giornata e i giocatori vengono studiati di più: i profili di ciascuno, come reagiscono, come dovrebbero reagire… Ai miei tempi non c’era niente di tutto questo”.
Un problema che il brasiliano ha condiviso con altri giocatori (“Molti, ovviamente, hanno attraversato momenti terribili, anche di depressione, per mancanza di privacy, mancanza di libertà… La realtà è che non sapevamo nemmeno che esistesse questo tipo di problema”), mentre non sono molti quelli che hanno avuto tutti gli infortuni che ha subito Ronaldo, che ha svelato un retroscena su quanto accaduto dopo il secondo grave infortunio al ginocchio: “Non avevo alcun rapporto personale con Zizou Zidane, lui era alla Juve e io all’Inter, ma quando mi sono infortunato è venuto a trovarmi ed è stata una bella sorpresa. Mi ha detto ‘Coraggio, guarisci presto, il calcio ha bisogno di te…'”
Zidane e Ronaldo erano di fronte anche la notte di Parigi del 1998, quando il Brasile perse la finale Mondiale “per un attacco epilettico…”: “Ero al 100%, di quello che avevo. Cerchi di ottenere il 100% da ogni partita. Il calcio è molto più semplice di come la gente pensa che sia: perché uno perda, l’altro deve vincere, ed è così semplice”.
E allora chi lo vince il prossimo Mondiale? “Il Brasile sarà sempre il favorito, ovunque.”
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