Uguali e diverse. Vicine, eppure lontane. Roma e Napoli, la Magica e la Partenope sono un mondo di differenze. Nonostante la contaminazione fra queste città sia stata sempre ricchissima e oggi, fra le due realtà, vada in scena un pendolarismo quotidiano e frenetico di migliaia di persone. Sono pure amori che si dividono, passioni contro. Una partita ad alta quota, tra due società e due allenatori ambiziosi, due squadre che puntano al massimo.
V per Victor(ia): l’arcobaleno di Osimhen regala al Napoli la vetta in solitaria e sfata il tabù Mou per Spalletti LE PAGELLE
La partita che doveva dire a Napoli e Roma quali erano le loro ambizioni in questo campionato, insomma, ha finito per confermare quello che sapevamo già: la sfida tra queste due squadre si inserisce anche in una piccola saga tattica iniziata lo scorso anno (ma che ha connotati ben più “antichi”, seppur in termini più aspri). Quella tra Mourinho e Spalletti. Luciano non ha mai battuto il portoghese. Ecco che la partita dell’Olimpico accende un’altra spia nei pensieri di un allenatore di un Napoli che non vuole più fermarsi, chinare il capo e rinunciare a sognare. Non può piovere per sempre, diceva il protagonista di un celebre film cult anni ’90. Un attacco straripante, un rendimento strepitoso, un primato che ne è logica conseguenza. Trionfo del calcio liquido.
Il Napoli sfata ogni tabù e allunga la sua serie vincente: sono undici i successi consecutivi. Una gara equilibrata viene decisa da un super gol del nigeriano a 10 minuti dalla fine. In precedenza Ndombélé si era visto concedere da Irrati e togliere dal VAR un calcio di rigore. Il cuneo che ha aperto quasi letteralmente in due questo sistema equilibrato, così rischioso eppure così efficiente se applicato con il massimo dell’attenzione, è stato Victor Osimhen, che spreca e si danna, che poco dopo segna e ruggisce. Gli azzurri si riprendono la vetta della classifica, quinto posto invece per Mourinho, scavalcato nuovamente dalla Lazio.
TOP
OSIMHEN 7.5: duello senza esclusione di colpi con l’ex United Smalling, un muro per lunghi tratti di gara, poi è decisivo con una sassata da posizione angolata nell’unica occasione che gli concede l’inglese. Al di là del gol, ha i numeri del talento vero. Gela l’Olimpico, manda in paradiso il Napoli. Diamante grezzo.
SMALLING 7: macchia la sua prestazione lucida e attenta dopo aver retto oltre ottanta minuti. Si sgretola dinanzi ad un portento, ma primeggia per il resto del match.
POLITANO 7: entra e cambia la partita. Non che il Chucky abbia demeritato, anzi… Ma l’ex Sassuolo apre varchi per il centravanti nigeriano che, con un colpo immaginifico, ringrazia.
KIM 7: mette il bavaglio ad Abraham, senza fronzoli. Acquisto più che mai azzeccato.
FLOP
ABRAHAM 5: irriconoscibile rispetto allo scorso anno. Sbaglia molto, non è associativo. Nel gioco aereo è sovrastato da Kim e corre spesso a vuoto. Da un suo errore in avvio di ripresa, parte un contropiede che per poco il Napoli non finalizza. Al 63′ Mourinho lo sostituisce con Belotti.
PELLEGRINI 5: è una parabola involutiva, innegabile. Paga un ruolo che ne arretra il baricentro, ne limita le incursioni e lo sacrifica.
ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio 6; Mancini 6 (37′ st El Shaarawy NG), Smalling 7, Ibanez 6; Karsdorp 6 (37′ st Vina NG), Cristante 5.5, Camara 6 (37′ st Matic NG), Spinazzola 6 (40′ st Shomurodov NG); Zaniolo 6, Pellegrini 5; Abraham 5 (18′ st Belotti 5). All.: Mourinho 5.5
NAPOLI (4-3-3): Meret NG; Di Lorenzo 6.5, Kim Min-jae 7, Juan Jesus 6, Mathias Olivera 6; Ndombélé 6 (12′ st Elmas 5.5), Lobotka 6.5, Zielinski 6 (30′ st Gaetano 6.5); Lozano 6.5 (30′ st Politano 7), Osimhen 7.5, Kvaratskhelia 6.5. All.: Spalletti 7.5.
ANDREA FIORENTINO
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