Dopo alcune esperienze infelici lo scorso anno ha fatto benissimo all’Hellas Verona, facendo parte di un trio letale insieme a Caprari e Barak. Il segreto? La meditazione e la respirazione – riporta la Gazzetta dello sport.”“Lo faccio almeno per 10-15 minuti al giorno, quando posso anche per un’ora. Avevo smesso di farlo dopo l’esperienza di Firenze, ma ho ricominciato perché bisogna ascoltare i propri pensieri”, ha detto il Cholito all’alba della sua avventura a Verona.
Napoli, il Cholito “segreto”: dalla meditazione alla dieta, finendo con la fame sul campo
Mvp di ieri al Maradona, 4 gol nelle prime 4 partite in Champions, esattamente come papà: Giovanni Simeone si prende la scena nella notte in cui il Napoli asfalta i Rangers al Maradona. “Sarà un vizio di famiglia” ha detto nel post gara. Una serie di rivincite, quelle del Cholito, che nascono da molto lontano… Meditazione e respirazione, si è detto, e a questo Giovanni abbina anche una corretta alimentazione. Simeone ha recentemente partecipato nel complesso Open di Caserta alla partita di calcio a otto promossa dall’istituto Pascale di Napoli nell’ambito della settimana della ricerca, dedicata anche alla prevenzione e alla promozione di una sana alimentazione. Proprio quella che lo fa volare in Champions League: “Perché ho baciato il tatuaggio della Champions dopo il gol al Liverpool? Semplice, sono sempre stato ossessionato da questa competizione”. Per un argentino come lui l’Albiceleste è un’altra ossessione e Napoli è la piazza perfetta per arrivarci. “Oltre alla grandezza di Maradona e di quanto sia competitivo il club, c’era qualcosa dentro di me che mi diceva che era il Napoli la squadra giusta: dovevo venire qui. La trattativa a un certo punto si è bloccata, eppure non mi sono mai mosso di un centimetro dal mio desiderio: volevo andare al Napoli. Non mi sono mai sentito come qui, a Napoli. Mi sentivo pronto per competere in una squadra davvero grande, per poter vincere”. Due delle sue passioni più grandi sono la musica e gli scacchi… ma la terza è il mare e a Napoli è più facile. “Quando lo guardo sto bene, sono un uomo di mare”.
A differenza di altri suoi colleghi il Cholito (che ha imparato con gli anni ad apprezzare questo soprannome) accetta la panchina. “Non posso prendermela con Spalletti se sceglie altri al posto mio, piuttosto mi chiedo il perché. Spesso i calciatori usano degli alibi, non è il mio caso”. E poi l’allenatore toscano gli dà “la libertà di esprimersi”, una cosa impagabile per un ragazzo con questa forza interiore. “Una voce interiore mi ha detto di venire a giocare al Napoli…”. Ed è meditando che Giò sta diventando un campione, conclude la rosea.
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