Avevano formato una cellula terroristica in provincia di Napoli, segnatamente a Marigliano, mettendo in piedi un’associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista denominata “Ordine di Hagal”. Hanno propagandato ideologie razziste e discriminazione religiosa attraverso chat e social network, progettando attentati contro militari e civili, dopo essersi formati nell’utilizzo delle armi. Ma ieri, dopo un’indagine della Procura di Napoli durata tre anni, sono finiti in carcere con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico.
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I destinatari di misura cautelare in carcere nell’ambito dell’indagine della procura di Napoli sul gruppo neonazista denominato Ordine di Hagal sono Maurizio Ammendola, Michele Rinaldi, Massimiliano Mariano e Giampaolo Testa. Ha l’obbligo di dimora Fabio Colarossi. A incastrarli sono state le intercettazioni, dalle quali è emerso anche un quadro inquietante. Testa stava progettando un attentato alla caserma dei carabinieri di Marigliano, mentre un complice voleva far esplodere una bomba in un centro commerciale, il Vulcano Buono sito a Nola.
Avevano contatti diretti e frequenti con gruppi “ultranazionalisti ucraini”, come il Battaglione Azov, le persone finite in manette per terrorismo nel blitz della polizia in Campania contro una rete di neonazisti. Nell’ordinanza si legge che le quattro persone arrestate sono accusate di agire tramite “un’associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web della suddetta “Associazione Ordine di Hagal” e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti, istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa”.
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