Durante la settimana dal 14 al 20 novembre 2022, BA.5 (Omicron 5) ha continuato a essere la variante Covid dominante a livello globale e prosegue la crescita delle sotto-varianti Gryphon e Centaurus, ma soprattutto di Cerberus, passata dal 27,6% al 36,2%: è quanto emerge dal bollettino epidemiologico settimanale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che mette però in guardia sul fatto che i risultati potrebbero “non essere rappresentativi della situazione globale” a causa dei diversi livelli di sorveglianza nei singoli Paesi.
Covid, nel mondo domina la variante Omicron 5, ma accelera Cerberus
La prevalenza di BA.2 (Omicron 2) e dei suoi i lignaggi discendenti sono passati dal 9,6% nella settimana dal 7 al 13 novembre al 10,5% dal 14 al 20 novembre. Nello stesso periodo, BA.4 (Omicron 4) è diminuita dal 2,8% al 2,0%. Tra le sottovarianti di Omicron 5 sotto monitoraggio, il confronto delle sequenze mostra un aumento dal 27,6% al 36,2% per BQ.1, soprannominata Cerberus e i suoi lignaggi discendenti, di cui studi preliminari indicano la capacità di eludere considerevolmente la risposta del sistema immunitario. Nello stesso periodo, la prevalenza di XBB, o Gryphon, definita dall’Oms la più immunoevasiva identificata finora, è aumentato dal 4,2% al 5,0%. BA.2.75 (detta Centaurus) è passata dal 6,8% al 7,8%, mentre BA.4.6 è scesa dal 2,5% all’1,7% e BA.2.3.20 è rimasta stabile a 0,3%. Dal 5 novembre al 5 dicembre 2022, inoltre, 105.224 sequenze Sars-CoV-2 sono state condivise tramite il sistema di sorveglianza internazionale Gisaid. Tra queste, 92.399 erano attribuibili alla variante di preoccupazione Omicron (che da quasi un anno ha sostituito la Delta), pari all’87,8%, mentre quelle non indicate, ma “presumibilmente Omicron” rappresentavano il 12,2%. “Le tendenze – avverte però l’Oms – dovrebbero essere interpretate tenendo in considerazione i limiti dei sistemi di sorveglianza” che includono “differenze nella capacità di sequenziamento e diverse strategie di campionamento tra paesi, riduzioni dei test effettuati e ritardi nell’invio delle sequenze”.
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