Il Var a chiamata rappresenterebbe una grande novità per la Serie A: l’idea attualmente al vaglio è quella di concedere, alle squadre, una o due chiamate a partite. Ulteriori dettagli in merito sono attesi a stretto giro di posta.
Var, la Federcalcio valuta la sperimentazione della challenge. Di cosa si tratta
I motivi sono tanti, i più evidenti le troppe polemiche della prima parte di stagione: tutto ciò ha portato il presidente federale Gravina a prendere in considerazione la richiesta di molti club di utilizzare il Var a chiamata. Raccogliendo queste considerazioni, la stessa Figc “ha anticipato informalmente alla Fifa la propria disponibilità a sperimentare l’utilizzo del challenge” lasciando all’Ifab eventuali tempi e modi di applicazione. Lo ha scritto la Figc in una nota ricordando anche l’importanza strategica del campionato italiano nella sperimentazione del Var prima che lo stesso diventasse d’uso comune. Un intervento, sottolinea ancora la Figc, che “non intaccherebbe l’autorevolezza dell’arbitro fornendogli invece strumenti concreti di ausilio”.
La volontà c’è, ma difficilmente basterà un’iniziativa isolata del genere per far cambiare le cose in tempi brevi. Certo è un’avvisaglia e non è da escludere che altre federazioni possano fare altrettanto nel prossimo futuro, ma intanto l’Italia – se mai si adotterà questo sistema – si è messa in prima fila. Qualcosa invece è destinata a cambiare velocemente in Serie A. Il presidente della Figc Gravina “ha condiviso con Rizzoli l’esigenza, già comunicata agli arbitri, di intensificare il ricorso all’On Field Review nei casi controversi. Questo per non alimentare polemiche strumentali”. Dal ritorno della Serie A dunque gli arbitri saranno invitati a rivedere al monitor le decisioni più controverse anche se sono convinti di aver preso la decisione giusta.
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