Attraverso una nota ufficiale diffusa alla stampa, l’Aia fa sapere la sua posizione in merito al commissariamento dell’Associazione Italiana Arbitri al caso D’Onofrio, arrestato per traffico di stupefacenti.
L’Aia sul caso D’Onofrio: “disporre il commissariamento significherebbe infranagere la legge”
Ecco un estratto della nota ufficiale dell’Aia diffusa alla stampa, riguardo al commissariamento dell’Associazone in seguito all’arresto dell’ex procuratore D’Onofrio: “Il commissariamento di un ente non assume carattere sanzionatorio nei confronti dei titolari dell’organo estromessi dalle loro funzioni, ma costituisce una forma di ingerenza dell’autorità di vigilanza nell’amministrazione dell’ente solo per porre rimedio ad una situazione di pregiudizievole disfunzione dello svolgimento dell’attività istituzionale (Cons. Stato, 19 aprile 1974, n. 291). Dal 1974 ad oggi, questa è la regola alla quale deve rispondere il commissariamento di un ente: l’allontanamento degli amministratori eletti (anche per il dovuto rispetto del principio democratico) si dà solo se esiste una reale e persistente disfunzione dell’ente. Nel caso dell’AIA, la possibile disfunzione ha riguardato la procura dell’AIA”. La nota poi prosegue: “Dunque: disporre oggi il commissariamento di AIA (ossia quando manca quella situazione di pregiudizievole disfunzione dello svolgimento dell’attività istituzionale che ne costituisce l’indefettibile presupposto) significherebbe infrangere palesemente la legge e soprattutto rimuovere ingiustamente (ed ingiustificatamente) i rappresentanti legittimamente eletti dagli associati di AIA. Un grave strappo, appunto, al principio democratico”.
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