L’edizione odierna del “Corriere della Sera” ha elogiato il Napoli di Luciano Spalletti, capolista della Serie A, e ha analizzato la gara contro la Roma di Jose Mourinho.
CorSera- Simeone entra e ristabilisce la legge del più forte: mai nessuna squadra come il Napoli
Ce l’ha messa tutta la Roma per fermare la capolista, Mourinho l’ha giocata la partita col Napoli e ha rischiato anche di pareggiarla, e non con l’uomo con più talento in assoluto (Dybala) ma con il fedelissimo El Shaarawy che al Maradona non manca quasi mai l’appuntamento. Ma Spalletti ha un Simeone in più che entra e ristabilisce la legge, evidentemente, del più forte. Probabilmente l’intuizione di Mou della vigilia era fondata: mai nell’era dei tre punti una squadra dopo 20 giornate ha avuto 13 punti di distacco dalla seconda in classifica.
La proiezione è scudetto. Un rullo compressore, questo è il Napoli. Una macchina quasi perfetta che può incepparsi soltanto quando, su di giri, perde il controllo. Ma è come se avesse sempre un airbag a protezione delle manovre azzardate.
Succede a Kim che non s’intende con Meret e schiaccia di testa nella sua porta (vuota) il buon vento del Maradona dà alla palla una leggera inversione. Succede a Kvaratskhelia che passa in orizzontale e per pochissimo Abraham non ne approfitta. La Roma stavolta non aspetta, anzi. Se può va a pressare anche alto, tenta in avvio di spaventare la capolista. La innervosisce e le toglie lucidità. Il Napoli è frenetico, scatta. Sembra, a tratti, perdere quella pazienza che è invece un’altra delle virtù che ha acquisito in questa stagione.
Ecco spiegati gli errori di Kim e di Kvara.
Il georgiano però palla al piede è sempre una furia, nonostante Cristante gli faccia buona guardia, e passano soltanto cinque minuti che Rui Patricio deve superarsi per mandare in angolo una palla molto avvelenata. Quando poi serve in area la sua spalla preferita, Osimhen fa vedere di cosa è capace: stoppa di petto, addomestica la palla col ginocchio e di potenza batte Rui Patricio. Un gol, il 14° in campionato, bellissimo: tecnica e forza, il nigeriano è l’uomo copertina di una squadra che sta andando a conquistare il suo terzo scudetto, 32 anni dopo.
Il brivido fa parte della cavalcata: il primo tempo si chiude con un tiro potente (ma centrale) di Spinazzola e Meret deve spazzare in angolo. La Roma ha margini per far male, e ci prova con Abraham che penetra in area ma è Kim a sbarrargli la strada. C’è tanta energia in campo, il ritmo sale con lo scorrere dei minuti: Meret salva su Cristante e Rui Patricio deve farlo su Lozano. Ed è proprio il messicano a mancare la marcatura di El Shaarawy e a commettere l’errore fatale: è il gol del pari. L’attaccante di riserva non tradisce mai e soprattutto cambia la partita. Adesso è la Roma che mette paura fino all’ultimo secondo.
Spalletti inserisce tutta la batteria d’attacco ed è Simeone a trovare il jolly che vale la vittoria. La Roma si ferma dopo 3 vittorie e un pareggio col Milan ma lascia il Maradona a testa altissima.
Carlo Gioia
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