Vogliamo proteggere gli arbitri: questo il messaggio dell’ex fischietto italiano, in occasione del Mondiale per Club, a cui a nei prossimi giorni si aggiungeranno Flamengo e Real Madrid, per la prima volta un arbitro ha spiegato ai tifosi presenti allo stadio e a casa una decisione presa dopo consulto del VAR. Un modo per avvicinare il pubblico alle scelte arbitrali ed eliminare pregiudizi e quella distanza che ha da sempre caratterizzato il mondo del tifo con quello arbitrale. Nel caso specifico, l’arbitro Ma Ning ha controllato un rigore durante la partita della Coppa del Mondo per Club tra Auckland City FC e Al Ahly e dopo un consulto al VAR, ha spiegato la decisione di togliere il rigore al pubblico presente, dopo aver inizialmente assegnato la massima punizione (il fallo in questione era avvenuto in realtà fuori area).
Arbitri e Var, Collina: “Vogliamo proteggere l’operato dei fischietti”
La decisione è arrivata dalla FIFA, sempre pronta a introdurre novità e a sperimentarle nelle proprie competizioni, si pensi al fuorigioco semiautomatico al Mondiale in Qatar e ora arrivato anche in Serie A. E proprio il presidente del Comitato arbitri dell’organo mondiale, Pierluigi Collina, ha voluto commentare questa novità ai canali istituzionali della FIFA. “Abbiamo deciso di fare questa prova perché abbiamo ricevuto alcune richieste in tal senso – ha dichiarato l’ex arbitro italiano -, per rendere la decisione presa dall’arbitro dopo un intervento del VAR più comprensibile per tutti i soggetti interessati al calcio, cioè gli spettatori allo stadio o davanti alla televisione. Abbiamo quindi deciso di fare questa prova. Poiché la lingua potrebbe essere uno dei problemi, abbiamo pensato che questa Coppa del Mondo per Club sarebbe stata perfetta perché è una competizione multilingue, con squadre e, naturalmente, spettatori provenienti da tutti e sei i diversi continenti. Penso che offriremo qualcosa di utile, spero, quindi il mio pensiero è sicuramente positivo in questo senso. Spero che gli spettatori ne traggano beneficio. Siamo all’inizio, è la prima volta che lo facciamo, quindi certamente potrebbe non essere perfetto fin dall’inizio, ma sono fiducioso che il risultato sarà positivo. Il nostro obiettivo era quello di proteggere gli arbitri o di non rendere il loro lavoro troppo difficile, di non metterli troppo sotto pressione. Per questo motivo la comunicazione inizierà solo dopo che la decisione sarà stata presa. Devo dire che ci sono altre esperienze in altri sport, come la NFL nel football americano, che lo fanno da molto tempo. Sembra che gli arbitri siano abbastanza a loro agio con questo”.
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