L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” ha analizzato il reparto difensivo del Napoli, soffermandosi sul portiere azzurro Alex Meret.
CorSport- Il Napoli di Spalletti è un bunker difensivo, un sistema speciale dove tutti recitano a memoria
Com’era la storia? La miglior difesa è l’attacco. Già: e figuriamoci avere il miglior attacco e anche la miglior difesa del campionato. Napoli straordinario, piccoli numeri che diventano grandissimi se analizzati dal punto di vista di Meret e i suoi fratelli: 15 gol subiti e il titolo di difesa più ermetica del campionato. E fosse soltanto questo: quattro partite consecutive con la porta inviolata, chiusa a chiave, e cinque se consideriamo anche la Champions; 12 clean sheet complessivi e 6 da gennaio che valgono il primato nei cinque campionati top d’Europa; e per finire, l’ennesima medaglia conquistata come terza squadra nella storia della Serie A dopo Inter e Juve capace di vincere cinque volte di fila in trasferta senza subire gol. Vengono quasi il fiatone e i crampi alle mani a leggerli e a metterli insieme. Ma il Napoli è questo, è l’emblema del concetto di squadra e di squadra equilibrata: una vera grande.
Un sistema speciale dove tutti recitano a memoria – anche quelli che giocano meno – sia la fase offensiva sia la fase difensiva. Sì: è vero che si parla di difesa, ma i meriti vanno riconosciuti a tutti e non soltanto agli uomini della linea. A cominciare dall’allenatore. E allora, il bunker azzurro: 15 gol incassati in 24 giornate di campionato e 23 in 32 partite considerando anche la Champions e la Coppa Italia. Meret blindato come un gioiello in cassaforte: nelle 10 giocate da gennaio sono addirittura 7 le volte in cui è tornato a casa senza subire una rete. A volte con i guanti immacolati. Per la precisione: con Samp e Salernitana e poi di fila con Spezia, Cremonese, Sassuolo, Eintracht ed Empoli.
L’ultimo in grado di segnare, insomma, è stato El Shaarawy al 75′ della sfida con la Roma del 29 gennaio: Alex ha chiuso febbraio senza gol ed è imbattuto da 465 minuti (più i recuperi). Il tempo passa e la clessidra azzurra scandisce la forza di una fase difensiva interpretata da tutti con la stessa applicazione e la medesima ferocia.
Carlo Gioia
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