L’edizione odierna de “La Repubblica” ha elogiato Victor Osimhen, attaccante del Napoli, premiato ieri dalla Stampa Estera come miglior giocatore straniero del campionato.
Repubblica- Osimhen sa bene che ora non è il momento di parlare del futuro, con Kvaratskhelia sono la coppia d’Oro del Napoli
Lo spiraglio è stato lui stesso a lasciarlo aperto. Non è un mistero che Victor Osimhen abbia un debole per la Premier, nuova terra promessa di tutti i campioni del calcio. Il numero 9 del Napoli lo sta diventando. È il capocannoniere della serie A con 19 centri e ha dimostrato di essere un attaccante dominante. I grandi club si sono accorti di lui, ma Osimhen affronta l’argomento con grande sincerità e senza considerarlo un assillo. Ritira il premio come miglior atleta straniero in Italia assegnato dalla Stampa Estera, che accoglie a Roma lui e il presidente De Laurentiis. Osimhen ha le idee chiare: «Gioco in un campionato competitivo come la Serie A. Lavoro duramente per giocare un giorno in Inghilterra». Tradotto: ora non è il momento di affrontare l’argomento. A Napoli sta bene: è diventato l’idolo assoluto. È iconico in città. I bambini lo considerano un super eroe con la maschera («Continuerò ad indossarla»). Gli hanno dedicato una torta, un uovo di Pasqua e ora ci sono pure le cozze alla Osimhen: «Da quando gioco a Napoli mi sono innamorato ancora di più del calcio. Sono in una città unica e la gente vive per i colori azzurri».
Osimhen vuole regalare assieme a tutto il Napoli qualcosa di unico ai tifosi, lo scudetto atteso da 33 anni: «Voglio essere ricordato». Assieme a Kvaratskhelia. I gemelli del gol rappresentano il tesoro di un Napoli di alto livello: «Kvara è fortissimo. Ricordo il suo primo allenamento, non sapevo ancora pronunciare il suo nome. L’ho cercato la sera su YouTube per ammirare le sue giocate. È un campione, può vincere il Pallone d’Oro nei prossimi anni e rendere grande il Napoli. Abbiamo un ottimo rapporto, è speciale in campo ma anche nello spogliatoio». L’orchestra perfetta azzurra ha un segreto: Luciano Spalletti. Il feeling con l’allenatore è altissimo: «Se stiamo giocando così bene, il merito è suo. È fondamentale nella mia crescita. Mi sta aiutando a migliorare il mio gioco. Lo ringrazio. Se sto avendo questo rendimento, il segreto è Spalletti». Osimhen non è più solo l’attaccante forte fisicamente, capace di essere devastante nell’attacco alla profondità: sa dialogare con i compagni ed è diventato fortissimo di testa: «Drogba è sempre stato un mio punto di riferimento, ma ho sempre seguito sia Lewandowski che Eto’o. Sono fonti di ispirazione». Passa e chiude. Da oggi il chiodo fisso di Osimhen si chiama Atalanta con l’obiettivo di cancellare il ko contro la Lazio. L’appuntamento è fissato sabato al Maradona (inizio alle 18): non ci sarà ancora Raspadori. Ieri è tornato a lavorare in campo e proverà a recuperare per la sfida con il Torino, l’ultima prima della sosta. Difficile fare una previsione adesso. C’è una sola certezza: non sarà rischiato.
Carlo Gioia
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