Sarà il suo modo unico di dribblare e sterzare palla al piede, forse i calzettoni abbassati, oppure quella distinta naturalezza che solo i grandi campioni detengono a rievocare ricordi di un calcio che, nonostante abbia fatto il suo tempo, rimane indelebile. Khvicha Kvaratskhelia è il collante tra il calcio di un tempo e quello moderno, una vera e propria rockstar, idolo di adulti e piccini sin dai primi passi mossi nelle scuole calcio. Oggi il 77 a Napoli rappresenta il marchio del diavolo, come suggerisce La Smorfia, e il georgiano ne è la reincarnazione, almeno agli occhi degli avversari costretti a stargli dietro.

Corriere dello Sport – Kvara sembra Diego, ecco perché non è più una profanazione

C’è chi lo accosta anche al più grande di tutti dopo alcune giocate, in particolare è stato Alessandro Barbano del Corriere dello Sport in un articolo a chiedersi se Kvaratskhelia possa essere accostato a Maradona – come fatto da ieri Spalletti – dopo l’incredibile gol all’Atalanta: “Per caso, qualcuno si offende? Si può, si può“. Di seguito alcuni estratti:

“Prende sulle spalle il Maradona con tutti i tifosi che stanno dentro e lo scuote, ora di qua e ora di là, in mezzo a un nugolo di gambe atalantine. Che alla prima finta sbandano, alla seconda barcollano ubriache, alla terza provano a mettere tra lui e la porta brandelli di carne, ma non hanno più il controllo dei muscoli, perché la serpentina di questo ragazzo indiavolato sposta i loro corpi in una direzione sempre opposta al pallone. Potrebbe tirare subito, ma Khvicha non ci pensa neanche di azzardare un diagonale di sinistro. Potrebbe tirare alla seconda virata, ma ha ancora, nella visuale, una resistenza umana che si frappone tra la sua sagoma e quella di Musso. Lui avanzerà fino a quando il suo slalom non diventerà un vortice che scompagini ogni geometria e spazzi ogni ostacolo. Perché è un predestinato, e non è scritto che possa fallire.”

Domenico Costanzo

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