Il Covid 19, se contratto in maniera grave (non in quella asintomatica…), aumenta il rischio di successive lesioni muscolari con conseguente allungamento dei tempi di recupero.
È questa la conclusione del dettagliato e articolato studio realizzato da 15 dei 20 medici delle società di Serie A che hanno analizzato i dati relativi alla stagione 2020-21, la prima iniziata e conclusa durante il periodo della pandemia.
L’ipotesi di una potenziale correlazione tra la gravità dell’infezione dal virus e le lesioni muscolo-scheletriche degli atleti adesso è stata dimostrata dai dati: più alto è stato il livello dell’infezione da Coronavirus e più elevato è il fattore di rischio per uno stop legato a infortuni muscolari. Lo riporta la Gazzetta dello sport.
Serie A, così il (long) Covid ha influito sui muscoli degli atleti. Il dato
Lo studio, attualmente con il database più ampio nella letteratura scientifica mondiale inerente al tema, è stato promosso dalla Federazione Italiana Medicina dello Sport (FMSI) e condotto dal dottor Alessandro Corsini grazie alla collaborazione e ai dati forniti al termine della stagione 2020-21 da tre quarti delle società di A che hanno partecipato a quel torneo.
Il campione preso in esame, dunque, è risultato molto ampio ovvero 433 giocatori ai quali sono state registrate 173 infezioni Covid, classificate in funzione della gravità.
Cosa si evince? La cosa più importante è che, dopo aver contratto il virus, il rischio di lesioni è aumentato significativamente, per la precisione del 36%. Ma attenzione anche ai tempi di recupero: i giocatori positivi Covid che hanno avuto bisogno di una cura farmacologica (2° e 3° livello di gravità), hanno quasi raddoppiato (+86%) il tempo di guarigione da successivi problemi muscolari rispetto agli altri calciatori.
Le infezioni da virus più serie, quelle appunto di 2° e 3° livello, hanno inoltre causato una frequenza di lesioni ancora maggiore rispetto a chi non ha contratto la malattia (+69%), in particolare nell’area del passaggio muscolo-tendine (+13,5%), la sede più temuta, in considerazione dei tempi di guarigione più lunghi. Chi invece ha contratto il virus in forma più lieve o addirittura asintomatica, non ha avuto un maggior rischio di problemi muscolari.
La raccolta dei dati è stata effettuata dal 22 agosto 2020 al 23 maggio 2021 in forma rigorosamente anonima ovvero con le identità dei calciatori (che avevano fornito il consenso in forma scritta) e dei medici codificate utilizzando stringhe hash casualmente generate.
La classificazione dei dati ha tenuto conto sia della durata sia della gravità del Covid, ma anche dell’entità delle lesioni muscolari, quali muscoli sono stati coinvolti, se il danno è arrivato in allenamento o in partita, se si trattasse di un primo infortunio o di una ricaduta e quanti giorni sono stati necessari per un pieno ritorno all’attività.
Come detto 173 (ovvero il 39,9%) dei 433 giocatori monitorati ha contratto il virus: 11 di loro (6,4%) con una gravità di 3° livello, 84 (48,6%) con una gravità di 2° e 78 (45,1%) con una gravità di 1°. Le lesioni muscolari invece sono state 332 (104 si sono verificate dopo un’infezione da Covid, 228 non successive alla contrazione del virus) e hanno riguardato 204 calciatori.
Nonostante il Covid colpisca principalmente il sistema cardio-respiratorio, l’infezione può anche influenzare la funzionalità muscolare.
L’ipotesi avanzata nello studio è che alteri l’assorbimento e l’utilizzo di ossigeno del muscolo, incrementando l’acidosi muscolare e causando una maggiore fragilità delle fibre muscolari. Anche l’infiammazione dovuta alla presenza del virus sembra giocare un ruolo importante nell’alterare la resistenza strutturale dei muscoli.
Un ulteriore fattore di rischio che sembra possa aver svolto un ruolo nell’aumento degli infortuni è stato il periodo di isolamento dopo l’infezione da Covid. I 14 giorni trascorsi a casa, in isolamento, imposti dalla legge italiana per i positivi possono aver rappresentato un altro importante fattore di rischio per lesioni muscolari.
Questa ipotesi è coerente con altri studi che mostrano come il detraining muscolare possa rapidamente indurre alcuni importanti adattamenti fisiologici. Alcuni autori infatti hanno dimostrato come, già solo dopo una sospensione dell’attività muscolare tra i 14 e i 23 giorni, la muscolatura e i tendini del ginocchio possano subire dei danni funzionali, necessitando pertanto di un successivo periodo di ri-allenamento.
Per esigenze di squadra, invece, la maggior parte dei giocatori, una volta guariti dal Covid, è stata reintegrata in gruppo velocemente, probabilmente senza un adeguato ricondizionamento atletico. Ciò li ha esposti certamente ad un maggior rischio di infortuni.
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