“Servono nuovi contratti, i proprietari devono poter ridiscutere gli accordi se non sono contenti del giocatore. Gli agenti? Importanti, ma se non si trova una sintesi la soluzione estrema è farne a meno”
Salernitana, Iervolino: “I procuratori stanno diventando un problema nel calcio”
“Non mi piace generalizzare e reputo l’attività dei procuratori necessaria quando è svolta in maniera professionale, quando il calciatore viene accompagnato durante la sua carriera e c’è una sana mediazione con le società. Ho molto rispetto per gli agenti: diversi li stimo e alcuni sono diventati miei amici. Ho voluto fare questa premessa per inquadrare la mia posizione e perché non venga letta in maniera ideologica e pretestuosa”, ha detto Danilo Iervolino, patron della Salernitana, in esclusiva alla Gazzetta dello sport.
Lo sbilanciamento professionale tra i calciatori e le squadre. Se un presidente investe su un giocatore, compra il suo cartellino da un’altra società e lo lega alla propria squadra per cinque stagioni con un contratto magari economicamente importante, lo fa perché si aspetta performance di un certo livello. Se dopo sei mesi o un anno queste performance non ci sono, cosa succede? I proprietari devono pagare lo stesso. Se invece il calciatore va bene, arriva il suo procuratore a battere cassa e a chiedere più soldi. In un mondo ideale anche noi presidenti dovremmo avere il diritto di sciogliere il contratto o quanto meno di chiedere una riduzione dello stipendio. Se lavoro con un avvocato e non sono contento del suo operato, non devo farmi rappresentare da lui in eterno… Anche per trasferire in prestito un calciatore da una squadra di Serie A all’altra. Deve accettare la nuova destinazione, mi sento dire. Io una frase così la leggo come un ricatto morale. La giudico una stortura che non deve più capitare. Siccome gli agenti guadagnano tanti soldi, devono avere anche delle responsabilità: essere i primi a non speculare, entrare nella gestione del rischio delle squadre. I presidenti non possono essere gli unici a perdere. Un sistema non può funzionare così. Altrimenti tra qualche anno si potrebbe anche fare a meno di certe figure”.
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