A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico:
“Le statistiche sono punti di riferimento, ma ogni stagione fa storia a sè. Le difficoltà del Napoli, non vivendo il quotidiano, posso riassumerle nelle parole dell’allenatore che ha ammesso la non buona condizione degli infortunati rientrati. A tutto ciò va sommato il peso psicologico di dover raggiungere un obiettivo che diamo per scontato, ma pian piano che ci si avvicina diventa sempre più pesante a livello di energie nervose e questo può determinare la poca brillantezza. Spalletti dovrà lavorare molto sulla psicologia degli atleti cercando di alleggerire la pressione che il grande risultato impone e l’ambiente che non è abituato a vivere questi eventi e che già da un bel po’ sta dando pressione.
Chi sceglie si accolla dei rischi. La poca condizione degli infortunati incide molto: basti pensare che Osimhen è rientrato contro il Milan avendo accumulato solo 20 minuti contro il Verona e pochi allenamenti. Raspadori lo abbiamo visto tutti, non ha ancora ritmo partita, Simeone non è a disposizione e quindi gli indisponibili non hanno aiutato Spalletti a gestire la rosa.
Mario Rui? In un contesto di tempistiche, non avendo il referto, dico che ci vogliono 4/5 settimane per il rientro. Non so poi, se dopo questo tempo, col risultato ottenuto, sia il caso di forzarlo. Credo che per Mario Rui la stagione sia finita per poi ritrovarlo in condizioni ottimali in ritiro. Per Politano invece, si legge di una distorsione di primo grado e non so se la caviglia si sia gonfiata o meno perché questo incide molto sul recupero. Il tempo quindi è di 1 o 2 settimane massimo per cui immagino che con la Salernitana possa essere a disposizione. Rrahmani al di là degli impegni e dello stress delle partire ravvicinate, sta finendo il suo periodo di Ramadan, e anche a livello fisico quindi non è al top per cui non credo vada forzato il suo rientro contro la Juventus, visto anche l’infortunio, seppur lieve”.
Antonio Napoletano
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