Alla Dacia Arena, gli azzurri conquistano matematicamente lo Scudetto a cinque giornate dalla conclusione del campionato. Lovric prova a rovinare la festa, ma nella ripresa è il solito Osimhen a segnare il gol del trionfo. Dopo il 1987 e il 1990, il 2023: è il trionfo del nigeriano, di Spalletti, di Kvaratskhelia. E di un gruppo che è riuscito a convincere, a suon di prestazioni eccezionali, un popolo intero…
Arriva il timbro in ceralacca: l’Italia al Napoli LE PAGELLE
È scattato il conto alla rovescia, la Storia è adesso. C’è da mettere il timbro di ceralacca. Polverizzati in poche ore i biglietti per assistere a Udinese-Napoli sui maxischermi dello stadio “Maradona”. Concluse le operazioni di montaggio degli 8 schermi giganti a bordo campo, che uniti ai due già presenti all’interno dell’impianto, consentiranno a chi ha acquistato il ticket dal costo simbolico di 5 euro (somma che andrà in beneficenza) di poter assistere in streaming alla gara della Dacia Arena. Sono tra i 10.000 e i 15.000 i tifosi del Napoli presenti da tutt’Italia a Udine ad assistere alla sfida contro l’Udinese. Di questi, circa 3mila sono arrivati alla spicciolata dall’area del Triveneto.
Nei giorni che hanno preceduto il primo scudetto azzurro, correva l’anno 1987, a Ercolano una bambina attirava migliaia di persone perché affermava di aver visto l’immagine della Madonna di Lourdes in casa della nonna. Qualcuno lo prese come un segno, una benedizione. Poi arrivò l’altro scudetto, più sofferto, nel 1990. La perseveranza di D10S. Oggi, 4 maggio 2023, si ricomincia da tre, parafrasando un profetico Troisi. Con Spalletti, Kvara, Osi, Kim, Di Lorenzo e compagnia bella (assaje). Senza dimenticare l’egida dal cielo di Diego (ancora lui…)
La festa, la gioia, le urla, le lacrime. A piedi, trascinati da un tripudio di bandiere, striscioni. E poi l’azzurro. E che azzurro. Quello vero, del cielo, del mare. Tutta la città azzurra, tutto è diventato azzurro, pure quello che era bianco, nero, rosso, verde, giallo. Il gol di Osimhen al Dacia Arena di Udine porta in Paradiso il Napoli e non lo sapevamo, o almeno non ce ne eravamo ancora accorti. Tutti in campo, l’Udinese spettatrice della festa, Spalletti che inutilmente cerca di continuare a fare il duro ma dentro piange di gioia, a 64 anni suonati arriva il suo primo personalissimo scudetto. Ora, dal Friuli alla Campania e oltre, per tutti i tifosi napoletani è giunto finalmente il momento di celebrare il tricolore, che dalla prossima stagione tornerà a stagliarsi sulle maglie azzurre. Il sogno è diventato realtà.
TOP
OSIMHEN 7.5: il nigeriano ha trascinato i partenopei al titolo con 22 gol in 27 presenze in Serie A e il suo valore di mercato è salito alle stelle. Il simbolo del Napoli e di Napoli, il trascinatore, il beniamino di una piazza che gli vuole bene e che lo vanta a mo’ di supereroe. Anche in una serata complicata, trova il modo di diventare decisivo. Cavaliere oscuro.
LOBOTKA 7: la materia dei sogni azzurri. Ripulisce palloni, smista, corre e ringhia sugli avversari. What else?
LOVRIC 7: trova un gol immaginifico, spaventa nuovamente Meret, ed è un fattore per buona parte del match.
BIJOL 7: fa quel che può. Resiste, tampona e sterza…
FLOP
ELMAS 5.5: i piedi sono sopraffini, ma a volte scompare
NDOMBELE 5.5: fumoso, anche se tecnicamente di un altro livello
NESTOROVSKI 5.5: generoso, ma imbavagliato dai centrali azzurri senza particolari problemi
Udinese (3-5-1-1): Silvestri 6; Becao 6.5, Bijol 7, Perez 6; Ehizibue 6.5 (37′ st Ebosele NG), Samardzic 6 (37′ st Thauvin NG), Walace 6.5, Lovric 7 (33′ st Arslan 5.5), Udogie 6.5 (29′ st Zeegelaar 6); Pereyra 6; Nestorovski 5.5. Allenatore: Sottil 6.5
Napoli (4-3-3): Meret 6; Di Lorenzo 6.5, Rrahmani 6.5, Kim 6.5, Olivera 6.5; Anguissa 6, Lobotka 7, Ndombélé 5.5 (19′ st Zielinski 6); Elmas 5.5, Osimhen 7.5, Kvaratskhelia 6 (41′ st Lozano NG). Allenatore: Spalletti 6.
ANDREA FIORENTINO
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