Il numero uno azzurro è in cerca del tecnico per la prossima stagione e non ha nascosto la stima per l’allenatore viola Vincenzo Italiano: “Pronto per una grande”.
Napoli, e se il post-Spalletti parlasse Italiano? “Grande estimatore”. Le parole di De Laurentiis
Luciano Spalletti è pronto a indossare gli stivali da campagna, Luis Enrique continua ad essere una suggestione forte ma, nonostante la sconfitta della Fiorentina contro l’Inter nella finale di Coppa Italia, il provino sul campo dell’Olimpico sembra al momento mettere Vincenzo Italiano in vantaggio su tutti i partecipanti al casting: “Sono sempre stato un estimatore di Italiano – ha dichiarato ai microfoni di Sportmediaset il numero uno azzurro – Tant’è che quando mi ha battuto 4 anni fa sono andato nello spogliatoio (dello Spezia, ndr) a complimentarmi con lui. Ricordo che alcuni del Calcio Napoli mi dicevano ‘Ma come, si va a complimentare con Italiano? Non si fa. Ma come non si fa, onore al merito”.
L’eredità del tecnico che ha riportato lo scudetto a Napoli dopo 33 anni è però molto pesante, Italiano è pronto per una grande? “La Fiorentina è già una grande – ha risposto ADL – In Italia purtroppo si tende a pensare che soltanto quattro squadre siano le grandi, o anche cinque. Poi le altre siano le sorelle minori. Ma non è vero, la Fiorentina ha una grande tradizione e ha una grande tifoseria. Poi c’è Firenze, dove io ho girato tantissimi film: cibo napoletano number one, cibo toscano number two“.
“Bisogna lavorare, io ho sempre lavorato e raramente ho fatto degli errori – ha detto De Laurentiis – Bisogna avere calma, sangue freddo, senza prendere decisioni affrettate. So di avere una squadra forte e già partiamo con il piede forte. Ci appropinquiamo all’inizio del prossimo campionato per vincere di nuovo”. Ma prima di pensare al campionato dell’anno prossimo, c’è ancora da festeggiare il tricolore di quest’anno: “Il 4 giugno sarà la festa di tutti. Ho deciso di farla allo stadio perché bisogna premiare i tifosi che seguono il Napoli tutto l’anno con sacrificio. Non c’erano i tempi di farlo in altro modo, anche per questioni di sicurezza”.
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