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Caruso a Radio CRC: “Quando giocavo ero molto simile a Kim. Scalvini come suo erede? Vi dico una cosa…”

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Ciro Caruso, talent scout ed ex calciatore del Napoli: “Ho avuto dieci operazioni alle ginocchia dall’età di 17 anni e mezzo.

Mister De Canio era una persona umana perché guardava come potesse aiutarti in campo la domenica. Gli devo tutto e l’ho sempre visto come un punto di riferimento. Si è fatto carriera con ragazzi sconosciuti. Ha creato noi insegnando calcio. Mi chiedo ancora com’è possibile che il mister non alleni.

Kim? Ero moltissimo simile a Kim, io forse nella gestione palla ero più play. Però come caratteristiche fisiche e lettura della giocata ero molto simile a lui.

L’erede di Kim? Dipende come si vuol giocare. Quello vale molto nella scelta che vorrà fare perché Kim ti permetteva di giocare a 60 metri dalla porta, infatti Spalletti si adagiava anche su questo potendosi permettere qualcosa in più. In base al modo di giocare si capisce il giocatore adatto. Mi occupo tantissimo di giovani, Scalvini si conosce ma lo prenderei per fare un investimento importante, non mettendogli addosso la responsabilità di sostituire Kim.
Scalvini lo prenderei subito, però per un investimento. Il ruolo di Kvaratskhelia è molto diverso dal mettere una responsabilità dietro. Poi ovviamente hai Cannavaro, Maldini e Baresi ed è normale che te la giochi alla giovane età. Ma Napoli non è Bergamo, con tutto il rispetto parlando.

Qualche profilo che potrebbe essere giusto in Europa? Facendo sempre il calcio giovanile i grandi li vedo poco. Sicuramente se attenzionato agli addetti ai lavori e ai giornalisti, Itakura sarà un ottimo profilo. Napoli è una piazza particolare, bisogna prendere un profilo internazionale.

Antonio Raimondo? Io penso che giocherà perché andrà a farsi le ossa in Serie B dimostrando le proprie qualità. Ha detto la sua anche a livello internazionale giovanile. Si è dimostrato capace di fare il calciatore professionista. Se si fosse chiamato Raimondinho forse sarebbe stato visto diversamente.

Alessandro Riccio anche ha dimostrato di essere forte. È di Napoli ed è attenzionato dal calcio che conta. Si è allenato tutto l’anno con Allegri e si è imposto nel calcio vero. È un classe 2002. È stato nella rosa di Allegri, ma per i difensori è molto più difficile imporsi rispetto agli altri ruoli essendo un ruolo particolare. È ambidestro, sa vedere la giocata, è veloce. Tante squadre di Serie B lo seguono, credo che andrà a giocare lì. Secondo me farà parlare di sè”.

Antonio Napoletano

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