A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Fulvio Giuliani, direttore del Quotidiano ‘La Ragione’: “Premier e Arabia si assomigliano come capacità di spesa. Quando il Milan ha ceduto Tonali per una cifra mostruosa mi sono permesso di dire di vendere tutti. Non desidero lontanamente che le squadre come il Napoli vendano tutti i propri gioielli, ma in un mercato che impazzisce per un attore che fa grandi spese, non si può difendere con le unghie e con i denti per tenersi gente che andrà comunque via.
Zielinski e Lozano? Il primo mi addolorerebbe, meno il secondo. La differenza starà nella capacità di spendere meno di quello che si guadagna.
Giuntoli come Sarri se vanno alla Juve si vestono come alla prima comunione.
Se hai soldi e non un buon professionista rischi di buttarli.
Non ci prendiamo per i fondelli. Chi se ne frega per chi tifi Giuntoli. De Laurentiis non lo avrebbe mai lasciato per questo. Giuntoli ha chiesto di andare via. Ci sono degli aspetti di pura superficie che mi fanno sorridere. Il nostro ambiente nonostante questa incredibile annata mantiene dei tratti di provincialismo.
A Pianna Municipio c’era un momumento distrutto da qualche ignorante. Qualcuno che arriva a fare una cosa del genere è etimologicamente ignorante, non sa niente. La napoletanità è un valore.
Il Napoli deve restare lì per dare uno schiaffo a tutti quelli che pensano che lo scudetto sia arrivato per caso. Non c’è nessun vittimismo, ma in questo momento il Napoli non è una notizia. Si deve lavorar bene.
De Laurentiis ha fatto degli errori, ma le scelte strategiche le ha azzeccate tutte. Quella roba che ha fatto è merito di una condotta manageriale. Se fosse stato tifoso avrebbe tenuto Higuain e Cavani e non sarebbero arrivati quei soldi. L’obiettivo primario è restare lì, non ci voleva il miracolo per vincere, ma l’anno giusto.
La Juventus non è stata l’unica società a giocare con i bilanci. Gente che ha centinaia di milioni di debiti gioca ad armi pari con Atalanta, Lazio e Napoli. A Milano ci sono due club abbastanza importanti, la gestione è profondamente differente”.
Antonio Napoletano
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