Il difensore è fuori dal progetto ed entro venerdì dovrà scegliere la sua nuova destinazione: si è mosso poco in realtà fino a ora, soprattutto perché il difensore ha voluto tenere alta l’asticella delle pretendenti. L’Union Berlino è il club che ha fatto più le cose per bene, con tanto di corteggiamento e proposta da firmare sul tavolo, ma il giocatore ha preso tempo: la verità è che spera ancora di rimanere in Serie A.
Juventus, Bonucci, il tempo stringe. L’Union, la Lazio, il last minute Genoa. E in testa il sogno Europeo
Come finirà lo si scoprirà probabilmente solo il 1 settembre, alla chiusura del mercato, ma che sia Union Berlino, Genoa, Lazio o un altro club la certezza è che Leo Bonucci non giocherà più nella Juventus. Sul come e sul perché si sia arrivati alla rottura definitiva tra l’ex capitano e Madama parla per la prima volta con chiarezza Max Allegri, intervistato da Dazn in uno speciale che andrà in onda integralmente il 31 agosto e di cui Supertele ha diffuso alcune anticipazioni.
Una storia di dispetti e ripicche quella che negli ultimi mesi ha visto protagonisti il giocatore e il club: messo fuori rosa e invitato a cercarsi una squadra Bonucci ha sbattuto i piedi, ha chiesto con una Pec il reintegro in squadra ed ha minacciato anche una richiesta di rimborsi per danni di immagine.
Il congedo di Allegri – Mi dispiace che sia finita così, però siamo stati chiari con Leo già da febbraio scorso quando io e la società gli abbiamo parlato diverse volte dicendogli che l’anno prossimo sarebbe stato un anno in cui avrebbe dovuto decidere di continuare da un’altra parte o smettere. Quando hai 35-36 anni e hai fatto la storia della Juve, Leo ha fatto 500 partite e anche zoppo andava in campo…Ha dato tanto alla Juve e la Juve ha dato tanto a lui. Deve prendere una decisione importante e non guardare ad un anno, ma a quel che è il futuro perché è giovane.
Quel che dico ora l’ho detto in tempi non sospetti. È normale, quando un campione come lui arriva a fine carriera, che ci sia paura di smettere. Io non sono stato campione, ho fatto una carriera normale e per me smettere è stato facile. Le dinamiche sono le stesse, la differenza è che uno deve avere la capacità di accettare prima. Se accetta prima è un bene per sé stesso, se accetta dopo passa un momento di noia. Per me è stato un giocatore straordinario, importante. Rimarrà nella storia della Juve, 500 partite nella Juve l’hanno fatte in pochi, le parole del tecnico bianconero.
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