A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giovanni D’Avino, ex fisioterapista del Napoli: “Come è possibile che il Napoli del 2018 giocasse sempre con gli stessi? È molto difficile fare dei paragoni, bisogna capire i metodi di lavoro. Probabilmente i giocatori conoscevano più a fondo il lavoro che pretendeva mister Sarri. Con Garcia probabilmente ci sono principi di allenamento diversi rispetto a quelli avuti con Spalletti. Bisogna dare un po’ di tempo in più per cercare di oleare questi meccanismi che non mi sembrano così bloccati.
Il risentimento muscolare accusato da Rrahmani? I giocatori devono essere delle macchine perfette, conoscono bene il proprio corpo e sono anche contornati dallo staff tecnico e atletico che monitora ogni giocatore. Probabilmente giunto dalle nazionali con un affaticamento, probabilmente non lo aveva smaltito al 100%. Poi c’è da considerare il cambio di preparazione, il fatto che il Napoli avesse 13 nazionali, gli incontri ravvicinati, probabilmente c’è stato questo che ha potuto incidere sulle condizioni di Rrahmani. Non essendo lì non posso criticare e non voglio farlo. Ma sono sicuro che sia sceso nelle migliori condizioni in campo.
Zielinski? C’è anche la componente fortuna, la struttura fisica di alcuni giocatori come Zielinski favorisce il recupero rispetto alla struttura fisica di un Rrahmani per esempio. Di Lorenzo è un grandissimo professionista e speriamo che dio ce lo preservi sempre perché è il capitano ed è una bandiera.
Se il Napoli riuscirà ad uscire da questo momento? Sono sempre ottimista, diciamo che il fatto che il Napoli debba migliorare è fuori dubbio. Eravamo abituati con Spalletti nell’ultimo anno dove è andato tutto alla perfezione, ma ricordiamo che nell’anno precedente qualcosina non era andato nel verso giusto. È giusto dare tempo a Garcia per far sì che metta il Napoli nella giusta direzione. Mi auguro un futuro radioso per il Napoli.
L’infortunio di Rrahmani va valutato, innanzitutto si guarda l’entità e poi la fisioterapia. Però prima bisogna stilare una corretta diagnosi”.
Antonio Napoletano
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