Roberto De Zerbi e Gennaro Gattuso si sono incrociati spesso in carriera: dall’infuocato spareggio per la Serie B nel 2016 tra Pisa e Foggia alle sfide tra Napoli e Sassuolo, passando per l’incredibile pareggio tra Benevento e Milan targato Brignoli. Ora i due si ritrovano sulle panchine di Brighton e Marsiglia e si affronteranno oggi in Europa League.
La prima scintilla che innescò la combustione fu causata da una bottiglietta d’acqua. Roberto De Zerbi disse che se una bottiglietta di plastica vuota ti colpisce – e ci tenne a sottolineare: vuota – e tu ti butti per terra, quella che stai facendo è una sceneggiata bella e buona.
Rino Gattuso, che effettivamente era stato colpito alla testa, tempo dopo rispose dribblando la questione della bottiglietta, provò a giocare d’ironia per stemperare i toni e spiegò che litigare con uno come lui non era proprio difficile.
Seguirono negli anni le foto di rito, la stretta di mano, i sorrisi, la dichiarazione di De Zerbi – “Siamo due tipi sanguigni” – quella di Gattuso – “Sono cose che nel calcio succedono ma tutto è già archiviato” – però erano sorrisi a denti stretti perché quella bottiglietta – e quella partita, quel clima, quella sfida – furono l’inizio di una rivalità che ora – c’è Marsiglia-Brighton di Europa League – si riaccende, portando con sé una storia nata inquinata. Lo riporta la Gazzetta dello sport.
Europa League, c’è Marsiglia-Brighton: ma la vera sfida è in panchina
Quella volta era il giugno 2016, la partita era Foggia-Pisa, finale di play off della Serie C – gara di ritorno – e in palio c’era la promozione e anche l’innesco di una carriera che per entrambi è stata – prima di tutto – gavetta vera. De Zerbi allenava il Foggia per il secondo anno, dopo la prima volta con il Darfo Boario in Serie D.
Gattuso guidava il Pisa dopo le esperienze di Sion, Palermo e Creta. All’andata erano stati fuochi d’artificio, aveva vinto il Pisa 4-2. Il ritorno finì 1-1, venne promosso il Pisa, Gattuso fece festa, De Zerbi rimuginò a lungo e per anni – chiamato in causa un paio di volte sulla questione – ha ammesso senza infingimenti: “Quella sconfitta nella doppia finale e quella promozione mancata mi è rimasta dentro. Non riesco a farmela passare, quel Foggia era uno squadrone. Gattuso? Sapeva come muoversi, diciamo così.
E comunque la bottiglietta era vuota e voglio essere chiaro: non doveva essere lanciata dagli spalti”. E poi De Zerbi la finiva lì, ma se quello fosse stato un fumetto, nelle nuvolette ci sarebbe stato scritto: mumble, mumble.
E allora va raccontato, quell’episodio. Già all’andata c’erano stati veleni e nelle dichiarazioni, di qua e di là, erano volati gli stracci. Gattuso alla vigilia disse: “Andremo a Foggia con l’elmetto”. Per un’ora allo Zaccheria le squadre giocarono attanagliate dalla tensione. Si stava ancora sullo 0-0 quando dalla tribuna dietro alle panchine, alcuni dementi cominciarono a tirare in campo oggetti vari.
Una bottiglietta di plastica – di quelle da mezzo litro – colpì alla testa Gattuso, che franò a terra e si fece medicare. La partita venne temporaneamente sospesa, l’arbitro verificò la condizione di Gattuso. Quelli del Foggia raccolsero la bottiglietta: era vuota. De Zerbi si infastidì – “Se ti colpisce una bottiglietta vuota non puoi franare a terra così”, disse dopo – e avvicinò Gattuso, che intanto girava con una borsa del ghiaccio in testa. Seguì un parapiglia che vide coinvolti non solo i giocatori delle due squadre, ma anche dirigenti, massaggiatori, collaboratori tecnici e pure una trentina di tifosi, che avevano appena invaso il campo. Fu una scena pietosa, in campo regnava il caos.
Foggia-Pisa venne sospesa. L’arbitro, era Piccinini di Forlì, alla fine decise di far riprendere il gioco, ma prima cacciò dal campo i due allenatori, De Zerbi e Gattuso. Era dall’andata che i due se n’erano dette di tutti i colori, si erano affrontati a brutto muso e insomma, i rispettivi collaboratori li avevano allontanati altrimenti sarebbero venuti alle mani.
Poi Gattuso – nella calca che si era creata – aveva provato ad abbracciare De Zerbi ma questi aveva rifiutato l’abbraccio, allontanando il collega con forza. Per consentire lo svolgimento della partita, entrarono in azione i poliziotti antisommossa, che si schierarono lungo il perimetro di gioco. Come detto, finì 1-1 e il Pisa venne promosso in B e il Foggia rimase con un pugno di mosche in mano.
Da quel giorno di giugno del 2016 De Zerbi e Gattuso si sono sfidati tante altre volte, per un totale di 10 tanto che Ringhio è – per numero di contese – il secondo allenatore (dopo Simone Inzaghi) che Roberto ha incrociato nel suo percorso. Un anno e mezzo dopo quella finale play off – nel dicembre 2017 – il destino li mise ancora di fronte. Ma stavolta in Serie A. De Zerbi si era da poco seduto sulla panchina del Benevento e veniva da una serie di cinque sconfitte consecutive, Gattuso era al debutto ufficiale su quella del Milan e alla sua prima in Serie A.
Finì 2-2, con gol del portiere del Benevento Brignoli in pieno recupero: di testa, sbucando da una mischia in area rossonera. Fu il primo punto in Serie A dei campani. De Zerbi disse che “sarebbe ridicolo adesso pensare che con questo punto possiamo salvarci, la situazione è già compromessa”. A fine anno il Benevento infatti retrocesse. Quel gol così anomalo fu una beffa per Gattuso, che a fine campionato centrò il 6° posto. Nelle stagioni successive il Sassuolo di De Zerbi affrontò Gattuso nelle vesti prima di allenatore del Milan e poi del Napoli.
La contabilità della sfida dice: 5 vittorie di Gattuso, 2 di De Zerbi e 3 pareggi. Ma è una contabilità che va aggiornata. Ci risiamo infatti, in programma c’è Marsiglia-Brighton, di nuovo i due contro. Stavolta il teatro di scena è quello europeo, ma la rivalità è la stessa, quella che cominciò più di sette anni fa, per colpa di una bottiglietta di plastica. “Fa parte del calcio – dichiara Gattuso alla stampa ricordando la sua presunta rivalità con il tecnico ex Sassuolo -. Era una finale per arrivare in Serie B (riferendosi al Foggia-Pisa appena menzionato). È normale. De Zerbi è uno dei migliori allenatori d’Italia. Sa quello che vuole, è giovane e ha una buona conoscenza del calcio. Ho una grande considerazione di lui”. La stima non è in discussione. Ora un nuovo confronto. Perché si sa, uomini forti, destini forti…
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