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Scommessopoli, ora le aggressioni sospette a Zaniolo assumono una nuova luce

“Nicolò non ha mai scommesso. Lo ha detto anche a me. È possibile che abbia fatto giochi di carte come poker e blackjack su piattaforme online illegali, senza però sapere che lo fossero. Chiariremo tutto”. L’avvocato di Zaniolo, Gianluca Tognozzi, si dice tranquillo parlando alla Gazzetta ma sulla figura del giocatore ed anche su quella della madre, che era stata coinvolta giorni fa da Fabrizio Corona, emergono nuove ombre legate a Scommessopoli.

Scommessopoli, ora le aggressioni sospette a Zaniolo assumono una nuova luce

Per il legale del giocatore non ci sarebbero problemi: “Cosa rischia? Un’ammenda di qualche centinaia di euro. Tutto questo a meno che non ci fosse una reiterazione del reato così grande da rendere impossibile comminare solo una pena pecuniaria”. Il procuratore federale Chiné lo ascolterà in settimana, dopo aver sentito Zaniolo.

Secondo il Corriere della sera però potrebbero esserci legami tra la vicenda scommesse di Zaniolo e le aggressioni subìte in passato dalla madre. Nel 2019 all’Eur due banditi a volto coperto avevano rapinata della borsa e dell’orologio griffati la signora Francesca Costa.

Cronaca nera e cronaca rosa si intrecciano spesso nella vita romana di Zaniolo. Sui media esce di tutto: dalla relazione con Sara Scaperrotta (prima gravidanza interrotta e la seconda inizialmente non voluta dal giocatore, oggi papà di Tommaso, nato nel 2021) all’audio di un incontro a luci rosse in un parco in piena notte, episodio finito con l’apertura di un’indagine per «revenge porn» nei confronti di un giovane accusato di aver diffuso quel vocale via Whatsapp.

E ancora, ricorda il Corriere della sera: la doppia brutta avventura della madre con la malavita romana, derubata di un’auto nel garage di casa e poi aggredita di persona da una coppia di banditi arrestati e condannati. Nello stesso periodo le scritte contro di lui e contro la madre a Trigoria e al Colosseo.

Quindi le liti con gli ultrà laziali e il patteggiamento nel procedimento sportivo per aver denigrato — con un coro sul pullman dopo la vittoria in Conference — l’attaccante della Lazio Mattia Zaccagni, Infine il 30 gennaio scorso, poco prima dell’addio, l’inseguimento in auto di pseudo tifosi fino alla sua abitazione a Casal Palocco. Insulti, minacce di morte, la famiglia terrorizzata. Allora uscì la storia degli ultrà arrabbiati per la sconfitta della Roma a Napoli. Oggi invece non si esclude che lo scenario potesse essere diverso.

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