Napoli vuole essere tra le grandi città che ospiteranno gli Europei di calcio nel 2032. Saranno necessari lavori radicali, ma al momento resta il dubbio su quale debba essere la sorta della pista di atletica: è questa l’opinione di Flavio De Martino, direttore generale dell’Arus – l’agenzia regionale per le universiadi – regista del rifacimento che rimise a nuovo lo stadio partenopeo per ospitare le competizioni studentesche del 2019.
Europei 2032, “Lo stadio Maradona sarà pronto per l’occasione”: le parole di De Martino (Arus)
Un mega-restyling finanziato dalla Regione con 30 milioni di euro, che rese l’impianto più comodo e moderno ma che non sarebbe sufficiente secondo i criteri dell’Uefa. E qui De Martino avanza l’interrogativo.
“Per gli Europei del 2032 dall’Uefa spiegano che gli stadi devono essere completamente dedicati al calcio. Al Maradona questo fa pensare che non ci debba più essere la pista di atletica. Però due anni fa l’Olimpico di Roma ha ospitato gli Europei pur mantenendo la pista di atletica. Ora Roma è con Milano e Torino tra le città sicure di ospitare i match del 2032, ma non sento parlare di abolizione della pista. Forse costruiscono un nuovo stadio?”.
Nel 2021 all’Olimpico si sono svolte quattro partite degli Europei, di cui il match inaugurale, ma lo stadio di Roma continua a ospitare anche il Golden Gala di atletica leggera. Da qui i dubbi in un Maradona che quando gioca il Napoli è pieno di tifosi, ma tutta la settimana ospita decine di associazioni sportive che praticano l’atletica leggera su una pista nuova, segnalata dai trainer tra le migliori d’Italia oggi, come dimostrano i tempi delle giovani stelle.
Il sindaco Manfredi spinge per far entrare Napoli tra le città degli Europei, precisando che servono fondi del Governo e anche del Calcio Napoli per poter affrontare i lavori. Ma la strada principale è capire su cosa mettere mano.
“Al Maradona – spiega De Martino – si può ipotizzare di allungare le tribune superiori avvicinando i tifosi al campo, magari arrivando al limite della pista o nelle corsie esterne. Oppure si può abbassare il campo di gioco, scavando e invadendo quindi la parte sotterranea che ospita gli spogliatoi, le palestre, la sala stampa. Un lavoro non facile anche perché il Maradona non è un’ellisse precisa, i distinti sono più vicini al campo rispetto alla parte delle tribune. Sarebbe un lavoro complicato. L’altra ipotesi sarebbe di aumentare la capienza, lasciando la pista di atletica: si può fare utilizzando il terzo anello dello stadio, in alto, che ora è chiuso. Per riaprirlo si dovrebbe fare uno studio e molto probabilmente rifare la copertura del Maradona, aumentando così la capienza fino a 65.000 spettatori. Sarebbe molto utile avere il terzo anello in maniera stabile con una copertura che faccia sembrare il Maradona bellissimo anche visto da fuori. Vedremo cosa decideranno”.
De Martino ricorda il cammino che portò l’allora stadio San Paolo nel 2019 a rifarsi il look per le universiadi, quando ancora non si immaginava la grande festa scudetto di quattro anni dopo.
“L’impegno della Regione – ricorda il direttore di Arus – fu forte. Rifacemmo nuovi la pista, l’illuminazione, l’impianto audio, gli impianti di illuminazione, i sediolini di tutto lo stadio, i servizi igienici, gli spogliatoi e la tribuna autorità. Abbiamo visto tornare l’Italia nel match con l’Inghilterra, poi la Champions e le feste dello scudetto. Non è lo stadio migliore d’Italia ma è oggi dignitoso e più accogliente e confortevole. Il Comune è proprietario dello stadio, lavora con il Governo e il Napoli, ma su questo la Regione è sempre pronta se ci chiedessero una collaborazione”.
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