A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giorgio Marota, giornalista ‘Corriere dello Sport’: “Tonali e Fagioli? In questo momento è una situazione in divenire perché c’è un’indagine aperta non più di dieci giorni fa da parte della Procura Federale. Si sta studiando la situazione relativa a Tonali che sembra avere una posizione più grave rispetto a quella di Fagioli, per il quale si è appurato che non abbia scommesso sulla Juventus, mentre per Tonali sembra non ci sarebbe questa cosa.
Mi risulterebbe un po’ strano che il fenomeno si fermasse ai tre indagati, anche perché il malcostume in alcuni casi e in altri la malattia vera e propria, è molto diffuso. Il limite è sottile anche perché in fasi di difesa risulta più conveniente sostenere di avere una patologia. Dalle varie indagini si sta cercando di capire se esistono delle connessioni tra i calciatori e altri tipi di mondi. Quello che sta dicendo Corona in questo momento lo prendiamo con le pinze. Zaniolo in questo momento sostiene di non aver scommesso sul calcio e la differenza sta tutta lì.
In questo momento pare non ci siano casi di partite truccate. C’è il fenomeno della responsabilità oggettiva. Quando viene appurato che una scommessa ha alterato il risultato di una gara la situazione può diventare un po’ più grave. Però va dimostrato che le società sappiano.
L’omessa denuncia? Se un dirigente non avesse denunciato un giocatore, ne risponderebbe a titolo personale, è quello che è successo con Antonio Conte. È stato appurato che lo staff fosse a conoscenza degli illeciti. Secondo la giustizia sportiva avrebbe dovuto informare gli inquirenti, ma non lo ha fatto.
Il perché la Polizia sia andata a Coverciano subito dopo aver parlato con Corona? È una conseguenza dal punto di vista procedurale abbastanza chiara. Nel momento in cui viene fatto pubblicamente il nome di un indagato e lui non è ancora a conoscenza del fatto che ci sia un fascicolo su di lui, deve essere informato. Andava fatto anche per il rischio che i due potessero inquinare le prove. Probabilmente è stato fatto un blitz perché si è dovuto porre rimedio ad un problema nato in quel momento. Non diciamo che siano colpevoli o meno, però perché c’era il rischio che venissero inquinate le prove prima di sequestrarle”.
Antonio Napoletano
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