Dodici giorni di agonia per un rapimento che era stato definito un errore dagli stessi rappresentanti del commando: “Lucho è un simbolo del Paese, questo è ciò che noi dell’Eln pensiamo di lui. Speriamo che la situazione operativa sul terreno possa essere risolta, questa è l’indicazione dei comandanti per accelerare il rilascio”.
Liverpool, incubo finito per Luis Diaz: il padre è stato liberato dai sequestratori
L’ELN ha consegnato Díaz a una commissione umanitaria delle Nazioni Unite e della Chiesa cattolica nella catena montuosa del Perijá, vicino alla città di Barrancas, nel dipartimento caraibico di La Guajira, dove era stato rapito il 28 ottobre. Una volta verificato il suo stato di salute, è stato portato in elicottero a Valledupar, capoluogo del dipartimento di Cesar.
“Ringraziamo Dio per la liberazione del signor Luis Díaz! Monsignor Francisco Ceballos, vescovo di Riohacha e monsignor Héctor Henao, delegato per le relazioni tra Chiesa e Stato, che hanno formato la commissione umanitaria incaricata di facilitare il suo rilascio, sono già con lui”, ha pubblicato il profilo ufficiale della Conferenza episcopale colombiana intorno alle 11.10 locale.
L’Episcopato ha accompagnato la pubblicazione con due foto che mostrano il padre del calciatore, con un cappellino sportivo, mentre viene assistito da personale della Missione ONU in Colombia e accompagnato dai due vescovi. L’elicottero MI8 di fabbricazione russa con la commissione umanitaria che ha accolto il padre di Luis Díaz in una zona montuosa del nord del Paese dal Fronte di Guerra del Nord dell’ELN è partito dall’aeroporto Alfonso López di Valledupar.
L’aereo è atterrato alle 11:08 ora locale e pochi minuti dopo l’uomo appena liberato è sceso con le proprie forze e ha camminato verso un veicolo che lo attendeva sulla pista per essere portato, presumibilmente, in un centro medico. Dopo i vari accertamenti dovrebbe essere trasportato a Barrancas, la città natale. “Viva la libertà e la pace“, ha commentato il Presidente colombiano Gustavo Petro ripubblicando una notizia sul rilascio.
Domenica 5 novembre, decine di cittadini di Barrancas si sono mobilitati per chiedere il suo rilascio. Tutta la comunità ha fatto sentire il proprio appoggio in questi giorni lunghi e drammatici, in cui il commando militare aveva portato via anche la mamma di Luis Diaz, poi però immediatamente liberata.
L’attaccante, dopo il gol contro il Luton in Premier League, ha mostrato una maglietta davanti alle telecamere (“Libertad para papa“) chiedendo appunto la liberazione del genitore. Cosa che, grazie a un notevole e capillare lavoro fra le autorità locali, è avvenuta. Ora la Colombia può tirare un sospiro di sollievo.
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