Marcus Thuram ci ha messo davvero poco per conquistarsi l’affetto di tutto il panorama nerazzurro. Arrivato all’Inter da pochi mesi, insieme al suo cognome che è strettamente legato alla Juventus, si è guadagnato il rispetto di tutta la Serie A a suon di gol e prestazioni da top player. Il bomber francese, inoltre, ha attirato a sé anche una forte attenzione mediatica che lo ha portato a rilasciare un’intervista per DAZN durante la quale ha toccato vari temi: “Quando sono arrivato non ho pensato all’impatto che potevo avere nella squadra, ma ho provato a inserirmi il meglio possibile, conoscere i compagni… Sapevo già l’italiano e quindi questo mi ha facilitato, venivo in una squadra che avevo giocato la finale di Champions, aveva vinto due coppe… Insomma, una squadra fortissima.
Volevo veramente inserirmi con i compagni nei movimenti: con Lauti, con i centrocampisti, con i difensori… Nei dettagli, nella tattica mi sono veramente migliorato da quando sono qui. Ho scelto l’Inter perché era un feeling che avevo dentro. Due anni prima mi ero fatto male e dovevo venire qui, questo mi ha fatto malissimo perché mi ero già immaginato di vestire quella maglia, di giocare in quello stadio. Due anni dopo mi è rimasto e volevo venire qua… il primo a scrivermi che sarei stato il benvenuto, comunque, è stato Dimarco“.
Inter, rammarico Thuram: “Penso spesso al Mondiale”
Dopo aver risposto a qualche domanda sull’Inter si è poi soffermato sulla dolente tematica legata alla nazionale francese: “La finale del Mondiale è stata una partita spettacolare, questo è ciò che mi dice la gente da fuori, ma io non l’ho vissuta così da dentro. È la vita, le partite si vincono e si perdono, ma la cosa più importante è imparare. Sì, ci penso spesso, ma non posso cambiare niente. Ho giocato una finale di un Mondiale, abbiamo perso, vogliamo ritornarci, speriamo”. Infine, ha raccontato cos’è stata la Coppa del Mondo del 98′ per lui, vinta proprio da papà Lilian: “Vinse il Mondiale nel ’98, la finale fu il 12 luglio e io non avevo ancora un anno essendo nato ad agosto ’97. Ero a letto, ma per lui fu incredibile. A quell’età non sapevo chi fosse, l’ho capito a 10-11 anni, ma io non vedevo Lilian Thuram, non pensavo a quello che faceva o aveva fatto sul campo, pensavo a mio padre“.
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Felice Torino