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Nazionali, quanti addii in panchina: tra questi, quello di De Biasi con l’Azerbaijan. E Scaloni spaventa l’Argentina…

Gianni De Biasi

Gianni De Biasi non rinnova il contratto in scadenza e lascia la panchina dell’Azerbaijan dopo tre anni. Si dimette invece Silhavy, ct della Repubblica Ceca dopo aver raggiunto la qualificazione ad Euro 2024. Chi non ha raggiunto lo stesso traguardo è Janne Andersson, anche lui dimissionario. Berizzo ha lasciato la panchina del Cile.

Dopo la storica vittoria dell’Argentina in casa del Brasile, Lionel Scaloni ha lasciato tutti attoniti parlando di possibili dimissioni. Le ragioni sono sconosciute, ma la stampa avrebbe scoperto il reale motivo.

Nazionali, quanti addii in panchina: tra questi, quello di De Biasi con l’Azerbaijan. E Scaloni spaventa l’Argentina…

L’ex allenatore di Brescia e Modena Gianni De Biasi ha lasciato la panchina dell’Azerbaijan dopo tre anni. Il suo contratto sarebbe scaduto il 1º dicembre
“E’ una mia decisione – ha spiegato -. Ritengo di aver fatto un ottimo lavoro raggiungendo risultati che per l’Azerbaijan sono storici. Speravo si potesse fare molto di più…”

Il ct della Repubblica Ceca Jaroslav Silhavy ha annunciato le proprie dimissioni al termine dell’incontro contro la Moldavia vinto per 3-0, nonostante la nazionale si sia qualificata ad Euro 2024 proprio grazie a questa vittoria.
La decisione era stata presa ancor prima della partita, come ha affermato lo stesso Silhavy alla televisione pubblica ceca in un’intervista post partita. Il 62enne polacco era alla guida della nazionale dal 2018.

Nell’ultimo turno è arrivata una vittoria per 2-0 contro l’Estonia, ma la Svezia non sarà ai nastri di partenza dei prossimi Europei: dopo la mancata qualificazione, Janne Andersson ha rassegnato le proprie dimissioni
A renderlo noto è stata la stessa Federcalcio svedese attraverso i propri canali ufficiali. L’ormai ex Ct lascia la Svezia dopo 7 anni e 94 panchine

Il ct del Cile Eduardo Berizzo si è dimesso. Dopo lo 0-0 in casa contro il Paraguay, in un match valido per le qualificazioni mondiali, l’ex difensore argentino, ed ex allenatore di Celta Vigo, Siviglia e Athletic Bilbao, ha rassegnato le dimissioni. “I risultati non sono quelli attesi e bisogna saperlo riconoscere”. Il Cile dell’interista Alexis Sanchez (in campo 90’) finora nelle partite di qualificazioni ha ottenuto 5 punti in 5 gare

SCALONI MEDITA L’ADDIO AI CAMPIONI DELL’ALBICELESTE – Il Ct Lionel Scaloni, idolo di un Paese intero dopo la vittoria in Qatar, si è presentato in conferenza stampa dopo la partita e ha gelato tutti con dichiarazioni tanto inattese quanto clamorose, parlando del suo possibile addio alla Selección.

Un fulmine assolutamente a ciel sereno, che ha scatenato la ricerca dei motivi che hanno portato l’allenatore dell’Argentina a una mossa così scioccante. “Dobbiamo fermare il pallone e cominciare a riflettere, ho tante cose a cui pensare in questo momento – ha annunciato alla stampa -. Questi giocatori hanno dato tanto allo staff tecnico e devo riflettere molto su cosa farò. Non è un addio né altro, ma ho bisogno di riflettere perché l’asticella è molto alta ed è difficile continuare ed è difficile continuare a vincere”.

“Questi ragazzi rendono tutto difficile – ha proseguito Scaloni -, quindi è tempo di pensarci questa volta. Lo dirò più tardi al presidente e ai giocatori. Questa Nazionale ha bisogno di un allenatore che abbia tutte le energie possibili e che dalla gioia per la vittoria storica del Maracanã si è passati ad un’incertezza surreale sul futuro. Era l’ultima risposta della conferenza: Scaloni è partito da solo nel monologo sulle sue possibili dimissioni che ha lasciato l’intera Argentina senza parole, a mezzanotte inoltrata. Dalle parole del Ct traspare la sua consapevolezza di non essere più al livello emotivo che pretende dalla squadra, ma i media argentini non possono accettare questa spiegazione tutta personale e si sono lanciati alla ricerca delle reali cause dello sfogo del 45enne ex difensore della Lazio.

La ragione principale della minaccia dell’addio del Ct sarebbe nel logoramento interno del rapporto con la dirigenza della Federcalcio argentina in generale e con Claudio Tapia, presidente dell’AFA, in particolare.