A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giandomenico Costi, ex dirigente del Napoli ed ex compagno di Ancelotti al Milan e di Mazzarri al Modena: “Ancelotti? Al di là di come si sia lasciato col Napoli, il calcio deve essere vissuto in questi termini, la squadra deve affrontare la partita per quello che serve a se stessa.
Non so quello che sia successo all’interno dello spogliatoio del Napoli, è complicato comprenderlo, va vissuto quotidianamente. Dopo uno scudetto come quello dell’anno scorso, qualunque allenatore avrebbe avuto qualche difficoltà in più, anche Spalletti.
Quello che vedo è che la squadra non è ancora guarita. Nel Napoli dell’anno scorso Anguissa non si fa superare in quel modo da Brahim Diaz.
Natan non è Kim. Nel gol del 2-1 se legge meglio la traiettoria, scappa un po’ prima e quella palla può prenderla.
Cajuste nel gol del 3-2 si fa superare troppo facilmente a centrocampo.
Ci sono situazioni individuali che l’anno scorso erano gestite in maniera diversa. L’anno scorso sia con palla che senza palla i giocatori vincevano i duelli, quest’anno spesso e volentieri li subiscono.
A Meret è rimbalazato un tiro male, ma bisognerebbe cominciare a non farsi saltare e non far calciare l’avversario. Mazzarri deve essere bravo a lavorare su queste cose e toccare queste corse con i giocatori.
Il Napoli l’anno scorso in certe situazioni si incendiava e i giocatori andavano ad altissima velocità. Appena persa palla andavano almeno per 3/4/5 secondi alla riconquista immediata. Quest’anno mi sembra ancora una squadra con un motore limitatore, non hanno momenti di grande intensità.
È una spirale che si è andata un po’ a contagiare nell’ambiente e nei calciatori. Quest’anno i giocatori si sono trasmessi un po’ di sfiducia ed è evidente. Questa così è una squadra normale.
Giuntoli ha delle caratteristiche di grande competenza e confronto. Dove non capiva l’allenatore, lui metteva delle pezze. Ha gran carisma. Non c’è solo la tattica.
Adesso purtroppo per il Napoli c’è questo momento complicato, con un limitatore fisico e mentale.
L’errore di molti è di non capire il valore dei propri dipendenti. Non posso pensare che il mio successo sia dipeso dallo Spirito Santo. Alla base dei successi del Napoli ci sono le persone che lavorano nelle cose, se non si è capito questo, in generale, è un grande errore”.
Antonio Napoletano
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