Luciano Spalletti è tornato a parlare del rapporto e dei disguidi avuti con De Laurentiis nel corso dell’ultimo anno, che hanno portato alla separazione tra lui e il Napoli, squadra di cui si è innamorato e con la quale ha vinto lo scudetto. Evidentemente al toscano non sono piaciute le ultime dichiarazioni del presidente dove quest’ultimo si dava, come unica colpa del suo operato post scudetto, quella di non averlo trattenuto in tutti i modi.
Spalletti e De Laurentiis, farsi la guerra non serve a niente: un matrimonio si fa in due
Se la possibile separazione tra Chiara Ferragni e Fedez ha destato poco scalpore tra il pubblico visto che, tra serie tv speciali in stile Kardashians e altre situazioni varie, l’italiano ha sempre pensato che tra i due si potesse arrivare a questa situazione, che sia vera o no, per i tifosi del Napoli non è stato lo stesso: ciò che è accaduto dalla vittoria del terzo scudetto della propria storia è stata una sorpresa totale, ovviamente in negativo.
Quello tra Spalletti e De Laurentiis è stato uno di quei matrimoni dove i due, ormai ex compagni, iniziano a farsi i “dispetti”, in questo caso cercando di difendersi dall’altro mettendogli contro il popolo di Napoli: il presidente ed il commissario tecnico dell’Italia sono ormai da mesi che si punzecchiano con dichiarazioni sottili e mirate, con De Laurentiis che non ha mai preso di buon grado il suo approdo sulla panchina della Nazionale, come se fosse geloso di quest’altra donna, per lui motivo reale del divorzio.
“Avere a che fare con De Laurentiis è come un film horror”, disse Spalletti quando venne riconosciuto come cittadino onorario di Napoli per l’impegno avuto sul campo sportivo, con il presidente che ha ben risposto: “I film horror portano avanti l’industria cinematografica americana, ricordatelo”. Il siparietto è terminato con le risate del pubblico, ma entrambi sanno che dietro le battute si nasconde un presidente rancoroso e ferito dall’addio di un allenatore stanco di alcuni atteggiamenti ingombranti.
Mentre entrambi si fanno questa guerra silenziosa, ma neanche tanto, a soffrire è chi sta in mezzo: i tifosi, che si trovano a vivere una stagione tanto difficile quanto complicata, con un presidente che si, ha fatto mia culpa, ma in maniera parziale, rigirando la frittata per incolpare Spalletti. Poi, schiavo di se stesso, sentendosi l’unico fautore ad aver portato lo scudetto al Napoli, dalla separazione ha voluto fare tutto da solo, affogando nel ruolo di tuttofare, che evidentemente non è in grado di gestire. Dall’altra parte però, Spalletti ha chiesto la separazione perchè “era stanco dopo la stagione pesante, seppur bellissima”, e diciamo che accettare un’altra proposta di lavoro non è stata la scelta più elegante possibile, anche se rifiutare la Nazionale è difficile, soprattutto nel momento più importante della tua carriera.
Serve davvero farsi la guerra? L’unica cosa che può portare nelle tasche dei due è il riempimento del forte orgoglio del quale sono caratterizzati, probabile motivo della convivenza fallimentare: due personalità molto forti, che insieme nella stanza del Napoli stavano un po’ strette. Forse è per questo che finiscono i matrimoni, per la mancanza di sacrificio, con l’io che prevale sul noi.
Sicuramente, per il caso di casa Ferragnez non si verseranno lacrime, al massimo una persona può rimanerci male per il legame e il loro amore, ormai finito, che hanno trasmesso nelle storie di Instagram o in giro per l’Italia, visto che da sempre entrambi hanno cercato di impegnarsi per il sociale, tralasciando gli ultimi casi di cronaca. Per quanto riguarda Spalletti e De Laurentiis immagino invece che il dispiacere sia maggiore, quasi come se quest’ultima emozione appena citata diventi una vera e propria forma di sofferenza, come se qualcosa di importante fosse stato strappato ai napoletani, e adesso sono loro a pagarne le conseguenze.
Orfani del litigio più importante degli ultimi 10 anni di calcio italiano, il popolo azzurro non riuscirà mai ad avercela con Spalletti, rendendo vani tutti i tentativi di De Laurentiis, considerato vero colpevole della separazione, per gli atteggiamenti ingombranti già citati, e per le scelte prese successivamente. Tuttavia, se tutte le storie d’amore sono destinate a finire, il Napoli non deve fare altro che mettersi l’anima in pace, tapparsi le orecchie per evitare di sentire litigate inutili, e pensare soltanto agli undici giocatori che scendono in campo, unici veri responsabili dell’umore della città.
Mario Di Domenico
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