Una cena per andare oltre il gelo con la società, ricompattare lo spogliatoio, isolarsi da un ambiente esterno da cui (comprensibilmente) arrivano critiche e malumori.
Lazio, la cena della pace organizzata da Sarri. Ma con Lotito resta il gelo
L’ex tecnico del Napoli ieri sera ha portato la squadra a cena in un ristorante del centro. Non è la prima volta che l’allenatore “convoca” la squadra per una cena conviviale, ma è la prima volta che lo fa quest’anno.
Un segnale importante alla vigilia di una doppia sfida difficile, delicata e decisiva per le sorti stagionali della Lazio. Domani all’Olimpico arriva il Milan per un match nel quale i biancocelesti non possono permettersi altri passi falsi dopo le tre sconfitte rimediate nelle ultime cinque gare di campionato. E poi martedì a Monaco di Baviera c’è il ritorno degli ottavi di Champions con il Bayern Monaco che può regalare ai biancocelesti una storica qualificazione ai quarti.
Il k.o. con la Fiorentina, che ha pesantemente compromesso la corsa della squadra romana alla prossima Champions, ha creato forti malumori dentro e fuori la Lazio. Fedele a quanto detto nel dopopartita di Firenze (“sull’ambiente esterno non posso fare niente, ma sulla squadra sì”) Maurizio Sarri ha deciso quindi di ricompattare almeno lo spogliatoio.
La decisione di Sarri di tenersi stretta la squadra va però inquadrata anche come una mossa per uscire dall’angolo dopo le tensioni avute con la società nei giorni scorsi. Le dichiarazioni rilasciate dal tecnico a Firenze sul mercato estivo (“Avevo chiesto A, sono arrivati C e D”), non sono piaciute a Lotito (eufemismo).
Il presidente ha fatto sapere che le tante sconfitte subite dalla squadra in campionato (10) non dipendono dal mercato e che si aspetta una reazione dall’allenatore e dai giocatori senza alcun tipo di alibi. Poi, da ambienti vicini al patron, nella serata di ieri è arrivata una precisazione in merito ad alcune frasi attribuite allo stesso Lotito, riporta Gazzetta dello sport. “Spiace che ancora una volta ci sia chi tenta di danneggiare il club travisando volutamente il pensiero del presidente”, si legge nella nota. Al di là delle schermaglie dialettiche, però, resta il dato di fatto di un rapporto tra presidente e allenatore che non è mai stato così freddo.
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