Napoli-Juventus si avvicina sempre di più ed è inevitabile pensare al Pipita Higuain, scrive Gazzetta. Ed è inevitabile pensare al record di gol in Serie A di Gonzalo (36 reti, condiviso con Ciro Immobile) realizzato con la maglia azzurra ai tempi di Maurizio Sarri, ma mai come quest’anno messo in discussione da Lautaro Martinez. “Auguro al Toro di impensierire il record di mio fratello – ci racconta Nicolas Higuain -, è pur vero che però ai tempi di Gonzalo non c’era il Var. Ricordo che in una trasferta a Roma non gli assegnarono un gol regolare con il pallone che aveva superato la linea di porta. Ma se Lautaro dovesse superarlo io sono felice perché è argentino. Ciò che sta facendo è straordinario perché ogni anno migliora, è sempre più forte”.
Nicolas Higuain: “Con Giuntoli è una Juve da scudetto. Chiesa è fortissimo”
“Se vedrò la partita del Maradona domani? Certo, per noi sono due squadre che ci hanno dato tanto. Ho ricordi stupendi di quegli anni, tutto il mondo sa come sono andate le cose ed ora mi viene quasi da ridere ripensando a quello che abbiamo passato”.
Più di un anno fa il 5-1 del Napoli alla Juventus, sembra passata una vita. C’è stata la vittoria dello Scudetto, poi cos’è successo?
“L’anno scorso è stata una stagione anomala con il Mondiale di mezzo, le squadre hanno dovuto fare due preparazioni fisiche, questo ha fatto la differenza. Poi aggiungiamoci che Inter, Milan e Juventus non hanno avuto continuità. Dopo lo Scudetto, poi, l’ambiente ha dovuto fare i conti con una persona che si crede esser più importante della stessa società: non è possibile che una squadra col tricolore sul petto possa cambiare allenatore tre volte in una stagione”.
Ora che canzone dedicherebbe al Napoli?
“Ho fatto una canzone (“La vida es un rato”, ndr) che parla anche degli anni vissuti anche a Napoli. I tifosi, lo stadio, gli amici sono rimasti nel mio cuore. Sono stato felicissimo per lo Scudetto vinto, provo molto rispetto per loro. Ma non posso dire la stessa cosa per il presidente che ha fatto mille promesse senza mai mantenerle. Sappiamo tutti che quello è stato il motivo per cui siamo poi andati alla Juventus”.
Come giudica la stagione della Juventus?
“Questa squadra sta vivendo una ricostruzione, non è facile rimpiazzare giocatori come Gonzalo, Chiellini, Bonucci, Buffon, Marchisio. Massimiliano Allegri e Giuntoli sono gli uomini giusti per creare un nuovo ciclo vincente, forse ci dimentichiamo troppo spesso che questa squadra ha vinto per 9 anni di fila”.
Quindi lei spera di vedere Allegri sulla panchina della Juventus il prossimo anno?
“Certo. Sono convinto che il prossimo anno possa costruire una squadra ancora più forte per lottare per vincere lo Scudetto. Vlahovic sta facendo una crescita importante, secondo me la mentalità giusta per trascinare questa squadra”.
E Chiesa?
“Riprendersi da un infortunio del genere non è mai semplice, soprattutto a livello mentale. Federico è un giocatore fantastico, prima dell’infortunio ha dimostrato di avere tantissima qualità. Però il problema al ginocchio è davvero fastidioso, per tornare al massimo devi stare bene sia fisicamente che psicologicamente con le giuste motivazioni. Non si può discutere un giocatore come lui”.
Sarà Giuntoli il segreto della Juventus che verrà?
“Cristiano ha dimostrato il suo talento al Napoli. Il colpo più pazzesco è stato con Kim, preso da semi sconosciuto e rivenduto un anno dopo al Bayern Monaco. Nella Juventus c’è una società molto più organizzata, è più semplice emergere con la fiducia che ti viene data. Lo stimo tanto, sono sicuro che saprà riportare la Juve a vincere lo Scudetto”.
Facciamo un gioco. Lei è un dirigente sportivo, deve prendere uno tra Vlahovic e Osimhen: chi sceglie e perché?
“Prendo Gonzalo Higuain (ride, ndr)”.
Non vale così…
“Non è semplice, è una bella domanda. Sono due ottimi attaccanti che hanno il fiuto del gol nel Dna. Osimhen ti può segnare anche al primo tiro in porta, è più freddo, mentre Vlahovic sa più giocare per la squadra, è più tecnico. Io preferisco giocatori come Dusan o come Lautaro: aiutano i compagni, danno una mano in fase di costruzione e non si risparmiano mai. Un po’ com’erano Benzema, Suarez, Lewandowski”.
Suo fratello Gonzalo come sta?
“Si gode la vita con sua moglie e sua figlia. Si tiene in forma giocando a padel, è malato di quello sport: andavamo sempre a giocarci anche a Torino anche quando non era molto conosciuto”.
Ed il calcio lo segue ancora?
“Lui vive di calcio! Guarda ogni partita possibile, spesso mi chiama dicendomi di aver scovato un giovane che farà carriera. Vi racconto questo aneddoto: mi fece il nome di Julian Alvarez dopo la prima partita giocata nel River Plate e mi disse ‘questo giocherà in Europa’. Ora sappiamo tutti cosa ha vinto e cos’è diventato. Conosce tutti i giocatori possibili, potrebbe quasi dare una mano a Giuntoli nella Juventus (ride, ndr)”.
Può rientrare nel calcio con un ruolo da dirigente secondo lei?
“Avrebbe tutte le qualità per farlo, vede il calcio da una prospettiva diversa che solo i grandi giocatori del passato hanno. Gonzalo vede sempre oltre, è un passo avanti a tutti nel mondo dello scout”.
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