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Başakşehir, Piatek è tornato bomber di razza? In Turchia sono pazzi per l’ex Genoa e Milan

Sei anni fa, il miglior marcatore del campionato italiano era un ventiduenne attaccante polacco che il Genoa di Enrico Preziosi aveva da poco acquistato dal Cracovia per neanche cinque milioni di euro. Non c’era neanche stato il tempo di dubitare di quanto Krzysztof Piątek fosse una scommessa – l’anno prima aveva segnato ventuno gol in Serie A polacca (Ekstraklasa) col club più antico del paese – che, al debutto col Grifone, il club più antico d’Italia, lui si presentava con una tripletta in Coppa Italia.

Başakşehir, Piatek è tornato bomber di razza? In Turchia sono pazzi per l’ex Genoa e Milan

Segnò anche al debutto in campionato, e da qui per sette giornate di fila, attentando per un po’ alle undici partite consecutive in gol di Gabriel Batistuta nel 1994.

A settembre del 2018, Krzysztof Piątek era il miglior attaccante d’Europa: segnava più di Lewandowski, Benzema, Agüero e Mbappé, e rompeva record su record: è il primo genoano dopo Verdeal (1948) a realizzare quattro gol in tre gare di Serie A, il primo dopo Shevchenko (1999) a segnarne cinque nelle prime quattro partite, il primo dopo l’atalantino Hansen (1949) a segnarne otto nelle prime sei giornate di Serie A. Prima di Natale, in ventuno partite, Krzysztof Piątek aveva segnato diciannove gol. E invece oggi gioca in Turchia.

Quindi, all’inizio del 2019, Krzysztof Piątek si è trasferito al Milan per trentacinque milioni di euro. Sembrava il nuovo capitolo di una favola: si presentò con una doppietta in Coppa Italia contro il Napoli – lo marcava Koulibaly –, segnò almeno un gol nelle prime quattro presenze da titolare in rossonero (dopo Bierhoff nel 1998) e migliorò quella già impressionante percentuale realizzativa (dal 17% al 25%) registrata in Liguria. Nella stagione successiva, però, Piątek sembrava un altro.

Segnò sole quattro reti in tutto il girone d’andata. Sia Gattuso che Giampaolo avevano bocciato il polacco alla stregua di Kalinić e André Silva. Per cercare di rientrare nell’investimento, spazientito, il Milan cedette Piątek all’Hertha Berlino per ventisette milioni di euro, ma in Germania sarebbe proseguita l’involuzione.

In due anni, l’Hertha cambiò quattro tecnici e il polacco, finito in fondo alle gerarchie – di nuovo, per cercare di rientrare nell’investimento – fu prestato al campionato da cui era arrivato con tante referenze: la Serie A. Non però al Genoa, che pure ne aveva trattato il rientro dopo aver cambiato proprietà – da Preziosi al fondo 777 Partners –, bensì alla Fiorentina, che aveva ceduto Vlahović.

In Toscana, Krzysztof Piątek confermava il suo feeling speciale con la Coppa Italia – segnando tre gol in quattro partite: in questa competizione ha più gol (dodici) che presenze (undici) – e tornava a esultare in Serie A dopo quasi ottocento giorni, ma non si è guadagnato la conferma in viola. Il tempo di tornare in Germania e Piątek era nuovamente in Italia, stavolta a Salerno: i granata si sarebbero salvati, ma grazie a Boulaye Dia (sedici gol) e non tanto a Piątek (quattro, tra cui uno alla Cremonese, a due minuti e mezzo dal fischio d’inizio).

Il contratto che lo legava all’Hertha – club acquisito nel frattempo dal gruppo 777 Partners – era terminato e si vociferava che Piątek fosse vicino a un romantico ritorno al Genoa, la piazza (neopromossa in Serie A) dove aveva reso meglio. Alla fine, però, il giocatore ha scelto la Turchia, che nell’immaginario comune è un cimitero d’elefanti, o la meta ideale di campioni a fine carriera. Qui, Krzysztof Piątek, a ventott’anni, è tornato a segnare come un tempo all’İstanbul Başakşehir: dodici gol in ventidue partite, tra cui cinque nelle ultime due.

L’11 agosto 2018 – tre giorni prima del crollo del viadotto Polcevera, o ponte Morandi dal cognome dell’ingegnere che lo progettò negli anni Sessanta – il calcio italiano scopriva una stella. Al Luigi Ferraris, il Genoa ospitava il Lecce al terzo turno preliminare di Coppa Italia e Krzysztof Piątek segnava quattro gol in trentasei minuti, tre di testa, ed esultava al secondo di sparare: “In polacco, bomber significa “pistolero””.

Bum-bum! Piątek – che si pronuncia Piontek, come l’ex leggendario difensore del Werder Brema – era fortissimo, o lo sembrava fortissimo, un Re Mida capace di trasformare in gol (quasi) ogni pallone toccato. Nessuno sa se fosse merito di Ballardini, di Jurić, di Kouamé che ci giocava a fianco, della pasta al pesto o del mate, provato dai compagni di squadra Romero e Torreira. Di certo, nell’era dei tre punti a vittoria, solo tre calciatori del Genoa hanno debuttato con almeno tre gol nelle prime sei partite: il primo è stato Diego Milito nel 2008, il secondo è stato Piątek e il terzo è Mateo Retegui.

A livello numerico, Piątek sembra tornato ai livelli di allora. Lo scorso 23 settembre, Çağdaş Atan, l’allenatore dell’İstanbul Başakşehir, lo aveva quasi profetizzato: “Penso che sia come un tubetto di ketchup. Può sembrare che sia chiuso, ma non appena si sblocca non si ferma più”. Lo riporta Esquire Italia.

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