A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giuseppe Cruciani, giornalista
“La questione Acerbi è molto semplice: lui dice una cosa, Juan Jesus ne dice un’altra. Dico semplicemente che se non ci sono prove di una cosa grave, un giocatore non deve essere bollato come razzista o come uno che dice una frase razzista. Non mi pare che il Napoli prese una posizione decisa nell’occasione del “finocchio” di Sarri e lo ricorderete, ma al di là del Napoli, ho esultato perchè penso che senza prove non si possa condannare nessuno.
Durante una partita non è come stare al Parlamento, non escludo, e nessuno può farlo, che Juan Jesus abbia capito male alcune espressioni. La frase di Acerbi credo sia stata presa in considerazione, il fatto però è che non si prendono in considerazioni le frasi dette alla stazione centrale, ma quello che si è detto in campo. Nonostante le immagini, non ci sono testimonianze, non si legge il labiale, il clamore è stato suscitato dalle frasi di Juan Jesus dopo. Juan Jesus non è un mentitore, non voleva mettere nei guai Acerbi, si è sentito discriminato e voleva anche chiuderla in campo, poi si è arrabbiato sentite le dichiarazioni di Acerbi. Credo a Juan Jesus, ma si può anche pensare che abbia capito male.
Detto questo, il braccio pubblicato da Juan Jesus è una roba esagerata, seria. All’epoca c’era davvero discriminazione, c’era razzismo. Il paragone è assurdo, Juan Jesus è un ricco signore, un privilegiato, se si sente discriminato fa bene a ribellarsi, ma paragonarsi ad un’epoca è un’offesa alla storia”.
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