Il destino di Allegri è legato alla Champions League. Senza qualificazione sicuro l’addio anche perché la società dovrebbe fortemente ridimensionare il progetto sportivo ma il club è preoccupato seriamente per la rottura prolungata negli ultimi due mesi e anche la sfida contro la Lazio in coppa Italia diventa un crocevia. La striscia da incubo con una sola vittoria nelle ultime 9 gare ha fatto incrinare la fiducia anche di chi lo ha sempre difeso e si potrebbero aprire presto scenari clamorosi.
Juventus, crollo verticale: la crisi sembra senza fine, di questo passo…
La Juve è incappata nella quarta sconfitta degli ultimi due mesi, quattro sono pure i pareggi mentre la casella delle vittorie continua a far registrare un misero “1”. Nello stesso periodo soltanto Salernitana (due), Frosinone (tre) e Sassuolo (quattro) hanno ottenuto meno punti dei bianconeri.
In verità senza troppo preavviso, il primo scricchiolio si è avvertito contro l’Empoli, partita alla quale la Juve era arrivata da prima della classe grazie anche al posticipo di una partita del calendario dell’Inter causa Supercoppa, riporta la Gazzetta dello sport.
Un primato durato un soffio: già il pareggio con i toscani consentiva un nuovo sorpasso nerazzurro. Ma è stato dal match seguente, lo scontro diretto di San Siro, che la crisi è divampata: sconfitta bianconera di dimensioni ben maggiori rispetto al risultato (1-0), nella sostanza della partita e ancor più nell’impatto mentale, con strascichi catastrofici nel prosieguo del campionato. per la Juve addio dunque al sogno-scudetto, silenziato ma fin lì cullato, ma non solo: per la squadra è stato un crash devastante, la prima pietra delle successive otto gare da incubo.
Da lì infatti è arrivato il crollo verticale, inatteso quanto inarrestabile, che è costato alla Juve il vantaggio accumulato fin lì.
Perse fiducia e autostima, la squadra di Allegri è crollata neanche fosse d’argilla, sprofondando dal primo al terzo posto, ma soprattutto assistendo all’aprirsi di un inesorabile baratro fra lei e le altre, guardando verso l’alto: in due mesi l’Inter capolista è balzata a +17 (al netto della gara con l’Empoli, ancora da giocarsi) mentre il Milan nelle ultime tre giornate l’ha scavalcata al secondo posto portandosi a +6 e avvicinandosi sempre più ad un posto in Supercoppa.
Ma più che puntare le lepri, in implacabile allungo, per la Juve è l’ora di guardarsi alle spalle, e non per allegriana quasi scaramantica consuetudine: Bologna e Roma – ma anche l’Atalanta – incalzano e la qualificazione alla prossima Champions League è tutt’altro che certa. A guardare il calendario bianconero ma non solo, basta dare un’occhiata alle ultime gare disputate.
Senza Champions è difficile immaginare Allegri ancora sulla panchina della Juventus per il 2024-25 anche nel caso in cui vincesse la Coppa Italia. A quel punto la separazione sarebbe inevitabile, anche perché la Juventus sarebbe costretta fortemente a ridimensionare. Per sostituirlo si punterebbe su un giovane rampante come Thiago Motta, che con il suo Bologna sta facendo miracoli e s’accontenterebbe di un ingaggio più alla portata. Più defilati Vincenzo Italiano e Raffaele Palladino.
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