Dopo l’interrogatorio, richiesto dallo stesso Aurelio De Laurentiis, c’è grande serenità da parte del Napoli per quanto riguarda il sospetto di plusvalenze fittizie nell’affare che ha portato in azzurro l’attaccante nigeriano Victor Osimhen nell’estate del 2020.
Napoli, caso Osimhen: la Procura di Roma si pronuncerà entro fine aprile
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, il procedimento penale, dato che quello sportivo ha portato al proscioglimento sia per il club che per De Laurentiis, dovrebbe concludersi entro la fine del mese di aprile. Intanto, i legali preparano la memoria difensiva da depositare la prossima settimana. A De Laurentiis, e ai membri dell’allora CdA, i pm contestano il reato di falso in bilancio.
Caso Plusvalenze, la difesa del Napoli: “Osimhen pagato troppo? Casomai troppo poco”
Senza nuovi sviluppi il filone sportivo non si potrà riaprire, cosa che avverrebbe qualora ci fosse invece un rinvio a giudizio. Nell’interrogatorio di mercoledì, De Laurentiis ha risposto a tutte le domande e ha fornito ogni elemento utile. È stato ribadito che l’ipotesi di reato è infondata, che le valutazioni dei giocatori coinvolti erano coerenti con le oscillazioni del mercato e che, avendo il club da anni un bilancio in regola, non c’era bisogno di alcun artifizio per l’iscrizione al campionato o alle coppe. Nessun valore è stato dunque gonfiato e nessun vantaggio né patrimoniale né sportivo è derivato.
Napoli, l’inchiesta sulla plusvalenza Osimhen va a Roma: “Falso in bilancio”
L’operazione Osimhen fu rendicontata complessivamente con un esborso di 71,2 milioni di euro (saliti poi a oltre 76 milioni), parzialmente sostenuti grazie alle plusvalenze da 20 milioni registrate grazie alla cessione allo stesso Lille del portiere Karnezis e dei tre giovani Liguori, Manzi e Palmieri.
Tutti valutati dai 4 ai 7 milioni. I legali di De Laurentiis e del club si sono detti fiduciosi per l’archiviazione di ogni accusa, anche perché l’ipotesi di falso in bilancio nasce con l’idea di frodare il fisco ed è già stata esclusa dalla magistratura di Napoli con l’archiviazione. Ora gli atti si trovano a Roma, dove hanno sede le attività del presidente De Laurentiis, come deciso nel 2022 per competenza territoriale.
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