Il cammino della Nazionale di Luciano Spalletti verso Euro 2024 prende il via, con i preconvocati del ct che in mattinata hanno raggiunto il ritiro di Coverciano (a eccezione degli atalantini Scamacca e Scalvini che arriveranno il 3 giugno). Dei 30 in 26 partiranno verso la Germania, col tecnico dell’Italia che sarà chiamato a scegliere i suoi uomini per difendere il titolo entro il 6 giugno, consapevole di dover fare a meno di Acerbi. Nel giorno dell’inizio del ritiro, Spalletti è intervenuto in conferenza stampa a Coverciano per presentare il cammino dei suoi azzurri. Di seguito le parole in diretta del commissario tecnico.
Nazionale, via al ritiro a Coverciano. Spalletti in conferenza in diretta: “Fagioli per scelta tecnica, ora…”
“Faremo una foto tutti insieme con i preconvocati, con 20 bambine e bambini con le maglie dei club della A per ringraziare tutti i club della disponibilità. Ci hanno risposto bene, dandoci la possibilità di avere più giocatori possibili già da oggi. L’Italia è di tutti, l’azzurro è di tutti perché ci unisce in un unico sentimento. È passione fondamentale”.
Cosa perde l’Italia senza Acerbi e Zaniolo e cosa recupera con Fagioli?
“Si fanno ragionamenti differenti, siamo sempre convinti di poter star bene perché possiamo andare a pescare in tanti elementi e calciatori ciò che manca. Se ci facciamo subito il problema di quello che ci manca si inizia male. Cerchiamo di avere tutto quello che ci vuole, idealmente e come modo di pensare, per far bene. Fagioli come Paolo Rossi? È una scelta tecnica, poi sono storie differenti però per quanto mi riguarda Fagioli ha qualità e creatività. Gli manca qualcosa sul duello e lo scontro fisico, ma è per completare e avere a disposizione più cose che ti facciano gestire la partita. Il campo valuterà se abbiamo fatto la scelta giusta o sbagliata. Il ragazzo dal punto di vista personale e umano ha detto cose belle, ho parlato con lui a Roma per la finale di Coppa Italia e mi ha fatto una buona impressione. Se si va a valutare i suoi peccati merita anche comprensione, perché non ha scommesso sulle sue cose. Era in preda alla difficoltà e non ce la faceva a difendersi dalla tentazione”.
Quali sono i criteri sulle scelte definitive per i convocati e il capitano?
“Per i 26 continuerò a guardare quello che ci necessità tenendo conto di più cose. Ho portato due-tre giocatori in più per avere la possibilità di avere una sorpresa. Non è detto che andando fuori Acerbi, giocatore con esperienza che perdiamo col blocco squadra che poteva darci qualcosa in più, sia per forza un centrocampista o un attaccante ad andare via. È una cosa che valuterò perché abbiamo tanti difensori e i non convocati potranno uscire da ogni settore. Sarà una scelta difficilissima per me. A me lasciare la gente fuori mi uccide, mi dà fastidio. Oggi ai ragazzi dicevo che ho l’età in cui mi emoziono, quindi la scelta per me è difficile. Spero di fare quella giusta per quello che necessiterà all’Italia. Sul capitano si valuterà, al momento resta Donnarumma”.
L’assenza di Acerbi modifica il modulo in difesa? Ci sono più registi in questa Italia?
“Vogliamo qualcosa di non rigido e libero come piacerebbe a tutti. Dare libertà di espressione a talenti e calciatori con un contesto di squadra organizzata. Cercare equilibri, anche imprevedibilità per sorprendere gli avversari. Vogliamo saper fare tutto, perché poi a Coverciano ci insegnano che i sistemi di gioco non sono rigidi perché col possesso palla si passa da un modulo all’altro. Giocando con squadre col 4-2-3-1 o 4-3-3 non puoi regalare l’uomo a centrocampo. Difenderemo a quattro, attaccheremo a tre e non è detto che sarà sempre lo stesso a costruire. Le squadre forti sono imprevedibili nel prendere le posizioni in campo. Siamo tutti costruttori di gioco e tutti difensori. Serve qualità”.
Scamacca? Cambierà qualcosa dopo la mancata qualificazione dei mesi scorsi?
“Gasperini ha lavorato con lui e ha costruito un attaccante differente. Io ho bisogno di vedere soprattutto il sacrificio e i valori con cui siamo stati educati, ovvero il lavoro. Scamacca prima non mi era piaciuto per questo e l’ho lasciato fuori perché se uno non dà più del massimo il confronto non si tiene. Ora ha fatto vedere crescere e prestazioni, gol e continuità di quella che mi ha fatto vedere le altre volte. Penso che anche l’Atalanta ne ha beneficiato, è stato più disponibile. Ha un po’ tutto, ha stazza e velocità, tecnica e agilità. È un po’ pigro, deve perdere la pigrizia. Magari l’ha persa, ora siamo tutti contenti di vedere ciò che ci metterà a disposizione. Sono il primo a essere felice per le sue prestazioni”.
Il discorso alla squadra per il ritiro
“Ho detto che dobbiamo avere chiara una cosa, ovvero far vedere che siamo orgogliosi della maglia azzurra. Maglia in cui si riconosce il Paese intero. Il nostro è un mestiere di privilegi e vantaggi, però dobbiamo fare vedere che lottiamo tutti per la stessa causa. La maglia dell’Italia e vestirla è una meravigliosa occasione che abbiamo. Dobbiamo promettere agli italiani che saremo degni della fortuna che ci è toccata”.
Differenze Fagioli tra Ricci?
“Sono simili, Ricci è cresciuto per le richieste che gli ho fatto. Ha lavorato bene nella sua squadra, va sull’avversario e ha voglia di cercare il contatto fisico, la spallata per contendersi la gestione del pallone. Ultimamente è stato usato per andare sul mediano avversario come centrocampista d’assalto. Fagioli è più classico anche se sa fare tutto. È delizioso palla al piede, vede cose che gli altri non vedono. Ci sono differenze, ma anche un giocatore come Ricci serve per costruire un gioco. Sono entrambi giocatori forti”.
Folorunsho, Orsolini, Frattesi… giocheranno loro a destra? Chiesa giocherà a sinistra?
“Folorunsho parte da quelle posizioni, gioca sulla trequarti e sull’esterno. Una via di mezzo che serve per proteggere palla dagli avversari. Frattesi ci arriva partendo da più in basso, ma ha finalizzazione e gol uguali. Folorunsho ha scocca, Frattesi è più centrocampista mentre Folo è più giocatore da mezzi spazi che non vengono presi da mediani e difensori. Lui si è specificato in quella zona. Sugli esterni alti non siamo stati fortunati, ce ne sono venuti a mancare diversi per infortuni. Chiesa sa giocare dovunque, è quello che ha la vampata e la botta della fucilata nella notte che non si capisce da dov’è arrivata. Può giocare anche a destra, può stare anche dentro come ha fatto con la Juventus. Ma va comunque isolato, senza fargli avere traffico attorno, perché negli spazi dell’uno contro uno è devastante”.
Quanto è difficile il lavoro del ct nel convincere un giocatore decisivo a non essere titolare?
“Mi state chiedendo se Frattesi merita più di Barella, Pellegrini, Cristante o altri? In campionato lui ha beneficiato della forza dell’Inter, perché oltre ad avere meriti ha dovuto migliorarsi nel gioco. È uno da sbattimento forte, da copertura di campo eccezionale. Dà disponibilità e via dicendo, ma riteniamo di avere una squadra con una sua forza e lui è dentro la forza e il valore che attribuiamo. Ma non è detto che gli debba dare la maglia perché ha fatto 6 gol con l’Inter. In Nazionale c’è Cristante, Barella, Pellegrini, tanti forti. Possono starci tutti”.
Come si è passati dal paragone Bonaventura-Bellingham alla non convocazione?
“Jack è un altro che mi piange il cuore averlo lasciato fuori. Qualità da uomo e professionista, ma devo stare attento anche ai momenti che passano i giocatori. Devo stare attento a cosa mi manca in maniera complessiva in squadra. Devo fare una squadra forte che deve avere qualità. Accostarlo a Bellingham è un po’ azzardato, anche se io sto sempre coi miei calciatori. Al momento l’ho visto col fiato tirato e ho visto che da un punto di vista di composizione di rosa potevo avere bisogno di altro. Resta all’interno della cerchia nazionale”.
“Stiamo allestendo la stanza dei giochi, è quasi finita. Dobbiamo toglierci la noia di essere benestanti”.
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