Andiamoci piano. Dopo il disagio di questa stagione orrenda sarebbe un errore da parte della tifoseria se ci si aspettasse da Antonio Conte “miracoli” immediati. Bisogna ricostruire da zero e questa operazione talvolta produce risultati positivi sin da subito, talaltra necessita di una stagione di assestamento. Di certo c’è che con l’ex ct della Nazionale il tempo è solo un dettaglio, perchè lui porta le squadre che allena sempre dove è giusto che siano. Il “cavalier” Antonio (ha ricevuto questa onorificenza quando da calciatore ottenne con la Nazionale la medaglia d’Argento agli Europei del 2000) è un passionale e quando dice che “non vedo l’ora di ricominciare”, lo dice sul serio e non lo fa per accattivarsi la piazza. Perchè è capitato pure che il suo rapporto diventasse burrascoso con la gente: nessuno dimentica quando, dopo un Atalanta-Napoli (fu sconfitto 0-2), si scagliò contro la Tribuna dello stadio orobico, poco prima di ricevere l’esonero dalla società. Il suo motto è da sempre “pane al pane”, apprezza e stressa quelli che lavorano con lui, tira fuori il meglio da tutto il gruppo e non sopporta interferenze fastidiose. Ama il confronto franco, a volte anche serrato, e non tollera gli opportunisti. Anzi, vorrei dare un suggerimento a quelli che amano farsi strada leccando culi di vario genere: evitate di fare gli ipocriti, che Conte è pronto ad attaccare pubblicamente tutti quelli di cui viene a sapere che fanno il doppio gioco. Conte non ha bisogno di aiuti dalla stampa o presunta tale, per lui parla il palmares, così ricco da aver convinto De Laurentiis a spendere una cifra che mai si sarebbe sognato di investire per il triennale ad un allenatore. Ha vinto il campionato di serie B con il Bari (2008-2009), ha vinto 4 scudetti, tre dei quali con la Juventus (dal 2011 al 2014) ed uno con l’Inter nel 2020-2021, interrompendo così la striscia di nove tricolori avviata da lui stesso sulla panchina di Madame. In Italia ha vinto anche due Supercoppa (Juventus 2012 e 2013), per poi trionfare in Inghilterra con il Chelsea, prima conquistando la Premier (stagione 2016-2017) e poi la Coppa d’Inghilterra (2017-2018). Può bastare per concedere a Conte la libertà di operare senza che nessuno gli scondinzoli intorno? La risposta è sì e vorrei consigliare ai soliti noti di conservare la lingua per altri personaggi che adorano circondarsi di parvenu, cioè quelli senza cervello e senza dignità.
Raffaele Auriemma