L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato la situazione in casa Napoli, soffermandosi su sette punti principali.
Repubblica- La ricostruzione del Napoli comincia al contrario! Ci sono almeno sette ostacoli…
La ricostruzione del Napoli comincia al contrario. Prima della nuova squadra De Laurentiis ha creato l’atmosfera. Precipitato al centro del disastro che egli stesso aveva creato, si è subito rialzato dalle macerie più lucido che mai offrendo alla piazza il nome che aspettava. Conte è apparso come un dogma. La fede di Napoli porta a lui, e solo a lui, senza neanche chiedersi perché sia rimasto libero in Italia e nel grande giro dopo 4 scudetti e una Premier col Chelsea. Era fermo dal 27 marzo 2023. Gli stessi motivi che rendevano perplessi gli altri club, carattere ruvido con i dirigenti e metodi duri con la squadra, lo rendono unico per i tifosi di Napoli. Capace sia di scuotere giocatori sfatti che di arginare le invasioni barbariche del presidente. È la speranza di tornare a vincere ma anche l’inizio di una penitenza per i falliti del dopo scudetto. Sarà davvero così? I tifosi si conoscono, sempre facili ai miti e alle ire. Ha inizio invece un percorso affascinante oggi a Castel Volturno, in attesa del centro sportivo promesso. Placato l’ambiente ancora suggestionato dai racconti sulle asperità del personaggio, De Laurentiis può finalmente ragionare di calcio con Conte e non solo.
È di nuovo il centro di gravità del club. Ha ceduto sugli aspetti formali, come la sede invalicabile per procuratori, dirigenti e familiari, ma il Napoli va ripensato nelle strutture. Nel gioco, toccherà a Conte. Nei programmi bisogna però trovare la sintesi tra le richieste del nuovo allenatore, le risorse più che discrete di una società lodevolmente amministrata, i tentativi di fuga di alcuni giocatori offesi e insoddisfatti, l’esigenza di vendere Osimhen e quelli inutilizzabili. Ecco temi e personaggi di una veloce corsa con 7 ostacoli. 1) Il manager. Più che Conte, è Manna ad avere il ruolo più delicato. Da vice di Giuntoli nella Juve deve dimostrare di superarlo ora nel Napoli. D’intesa con Conte deve mettere sul mercato Osimhen, impossibile non cederlo. Costa 10 milioni l’anno, cifra che crea gelosie se resta e malumori nel giocatore, certo di essere in volo verso le stelle del calcio. Deve cercare un sostituto, ma anche piazzare gli scontenti. Compreso Politano senza ruolo nel 3-5-2. Una fatica immane. Ce la farà? Il presidente gli sarà vicino, Chiavelli ancora di più. Lo stima. L’ha voluto lui.
2) L’uomo nuovo. Oriali può aiutare Manna nel creare un clima all’interno della squadra tentando di fermare Di Lorenzo, Mario Rui e chi chiede di andar via. Non è facile sostituire il capitano, già finito nell’agenda Juve. 3) L’acquisto più complicato. È Lukaku, richiesto da Conte per sostituire Osimhen in lista di sbarco. Un fedelissimo di Conte nell’Inter può essere un innesto valido nel 3-5-2. Ma ha 31 anni dal 13 maggio, il suo arrivo sarebbe in deroga allo stile del Napoli che vanta talenti di avvenire, da Cavani a Lavezzi, Hamsik, Jorginho, Meret, Rrhamani, Osimhen e Kvaratskhelia. Cedere il 26enne Osimhen (25 partite, 15 gol) per il più anziano Lukaku (32 partite, 13 gol) con un ingaggio elevato merita una riflessione oltre che una trattativa. Il club londinese deve concorrere. Ma si fa pagare anche la cessione, soldi senza ritorno. 4) I rinforzi. Due dei tre centrali, con Di Lorenzo a destra e un omologo a sinistra. O tutt’e due gli esterni. 5) Almeno un centrocampista per integrare il pool Anguissa, Lobotka, Cajuste, Folorunsho. Erede di Osimhen e con Kvara che fa da sottopunta. 6) Ma Manna sblocca tutto il mercato in uscita? 7) Alla esibita cordialità di oggi devono seguire coesione e buonsenso ai vertici.
Carlo Gioia
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