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Spagna, Morata: “Qui qualcuno mi odia, non capisco questo clima ostile…”

Il capitano della Roja denuncia un clima ostile da parte del pubblico spagnolo, benché la squadra lo ami, racconta del suo discorso inaugurale agli Europei e poi parla dell’Italia che dovrà affrontare: “Prima del sorteggio sapevo che ci sarebbe toccata e mi ha già battuto due volte”.

Spagna, Morata: “Qui mi odiano, non capisco questo clima ostile…”

Si avvicina la sfida tra Italia e Spagna e Alvaro Morata rilascia una lunga intervista a Marca dove racconta molto di sé e della sua Nazionale, di cui è capitano, a cominciare dal discorso di incoraggiamento prima dell’inizio degli Europei:
“Riunisci tutti, staff , fisioterapisti… Tutti. Ci siamo abbracciati. Prima era una sofferenza, perché c’era un tavolo al centro dello spogliatoio che non ci permetteva di abbracciarci. Ho detto che tutti noi che siamo qui abbiamo affrontato molte battaglie per arrivare all’Europeo. Che ci stiamo divertendo, che l’hotel è magnifico, ma che è iniziata un torneo che possiamo vincere. Mettiamocelo in testa ogni volta che indossiamo la maglia. Ci sono squadre incredibili, ma penso che sia molto difficile trovare una squadra come quella che abbiamo formato. Possiamo farcela, ma serve sempre un pizzico di fortuna e il superamento di qualche momento critico”.

Nonostante sia un capitano molto amato, in Spagna ci sono tante persone che non gli vogliono bene. Questo, secondo Alvaro, accade perché in Spagna c’è poca capacità di vedere i fattori positivi e si cerca solo ciò che è negativo: “Si tratta di valorizzare ciò che è nostro, non solo nel calcio. Perché tutti vanno in vacanza nel nostro Paese? Perché vengono tutti a mangiare qui? In tutta Europa ci sono persone pazze per la Spagna, innamorate. E molti spagnoli sembrano dover sempre cercare i problemi”.

Come gioca questa Roja così cambiata? “La partita contro la Croazia ne è un esempio. Il primo quarto d’ora è stata la Spagna di sempre. Successivamente abbiamo proposto una partita diretta, per poi giocare nuovamente. Per le altre squadre siamo abbastanza imprevedibili. Se fossi l’allenatore avversario andrei a letto con la testa come un tamburo per avere 26 giocatori che vedi allenarsi e sai che possono giocare tutti. Immagino che il Ct dell’Italia si chieda: come giocheranno questi ragazzi contro di me? Con un falso nove, con le ali che giocano dentro e combinano? Con quelli che rompono alle spalle? Possiamo cambiare il modo in cui giochiamo più volte. E pressiamo molto alto, il che ha i suoi rischi, ma per l’avversario è difficile affrontare una squadra così”.

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