Il centrocampista francese ha pronunciato parole forti in una video intervista registrata nel periodo immediatamente successivo all’annuncio della squalifica per doping, circa 9 mesi fa. Il giocatore della Juventus lascia presagire che la sua carriera sia giunta al termine
Pogba: “Sono un uomo morto, finito. Mi hanno tolto tutto…”
“Già, non so più chi sono. Il calcio era la mia vita, e la mia passione. Ma ora sembra che mi sono perso. Tutto ciò che ho costruito nella mia carriera professionistica mi è stato tolto”.
“Paul Pogba non esiste più”, parola del Polpo. Le dichiarazioni choc rilasciate dal calciatore francese, nel pieno della lunga squalifica per doping che lo terrà lontano dai campi da calcio fino al 2027, sanno di addio al mondo del pallone. Sono anche una richiesta d’aiuto di un uomo che ha compiuto scelte sbagliate e che sta pagando senza sconti. Nella lunga videointervista rilasciata al social “hietip.sports”, e ripresa dal quotidiano “The Guardian Nigeria”, il calciatore francese si è sfogato facendo emergere tutto il suo dolore per la vita professionale che gli è sfuggita di mano. O per meglio dire, usando le sue parole, gli è stata tolta.
Caduto per un controllo antidoping dopo Udinese-Juventus, prima partita dello scorso campionato, Pogba ha provato fino all’ultimo a lottare contro la squalifica, senza patteggiare ma scontrandosi con la Procura prima e con il Tribunale Antidoping poi.
La sospensione di quattro per la presenza di metaboliti del testosterone nel campione analizzato gli ha di fatto affossato la carriera, sgretolatasi mese dopo mese da vicende che con il calcio hanno poco a che fare. L’estorsione ai suoi danni perpetrata dal fratello Mathias e dai suoi “amici”, i rapporti oscuri con personaggi legati al mondo della magia: in ultimo la positività al doping, secondo le ricostruzioni legata a una prescrizione effettuata dalla dottoressa Carrie Carda, vicina al “guru del benessere Gary Brecka.
Sullo sfondo la Juventus, che sta attendendo il 30 giugno per far concludere il secondo anno di contratto per rescindere senza perdere i vantaggi del Decreto crescita dopo avergli ridotto lo stipendio al minimo sindacale. Più che una richiesta di aiuto, quella di Pogba sembra una presa di coscienza a cui gli altri erano già arrivati da tempo.
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