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Napoli, la presentazione di Antonio Conte: “Prometto serietà e lavoro al massimo. Questo progetto mi ha dato entusiasmo, non farò la statuina. Su Kvara, Di Lorenzo e gli altri…”

NAPLES, ITALY - AUGUST 19: New Italian football national team coach Antonio Conte and SCC Napoli chairman Aurelio De Laurentis look on during the UEFA Champions League qualifying play-off first leg match between SSC Napoli and Athletic Club on August 19, 2014 in Naples, Italy. (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

Ci sono circa 500 tifosi all’esterno di Palazzo Reale a Napoli dove tra poco è in programma la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico, Antonio Conte. I tifosi sono quasi tutti molto giovani, indossano magliette azzurre, hanno sciarpe e bandiere del Napoli e cantano cori per il club azzurro. I tifosi espongono diversi cartelli, tra cui quello con la scritta Sarò con te. Sullo sfondo, a pochi metri, sono in corso le prove del concerto di Radio Italia in programma domani sera. Alla conferenza stampa di Conte sono stati accreditati 110 giornalisti e diversi ospiti.

Napoli, la presentazione di Antonio Conte: “Prometto serietà e lavoro al massimo. Questo progetto mi ha dato entusiasmo, non farò la statuina. Su Kvara, Di Lorenzo e gli altri…”

Tutto è pronto per il grande giorno: oggi partirà ufficialmente l’avventura di Antonio Conte a Napoli. Il tecnico leccese è atterrato martedì pomeriggio all’Aeroporto Internazionale di Capodichino, insieme alla moglie Elisabetta e alla figlia Vittoria. Si è poi diretto all’Hotel Parker’s di Corso Vittorio Emanuele per un incontro con il presidente Aurelio De Laurentiis, che ha fatto gli onori di casa e dato il benvenuto in attesa della presentazione ufficiale di oggi.

La conferenza stampa di presentazione verrà allestita presso il Teatro di Corte di Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito nel cuore della città, e potrete seguirla in streaming a partire dalle ore 15:15 sul nostro sito. C’è attesa per le prime parole ufficiali di Conte, per caricare l’ambiente per l’inizio del campionato dopo la stagione deludente degli azzurri.

Antonio Conte (con ADL) è arrivato, ci sono anche il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e il sindaco Gaetano Manfredi.

Presenti anche la moglie di Conte, Elisabetta, e la figlia Vittoria.

“Il Napoli è una piazza di importanza globale. Sono felice ed emozionato all’idea di sedermi sulla panchina azzurra. Posso promettere certamente una cosa: farò il massimo per la crescita della squadra e della società. Il mio impegno, insieme a quello del mio staff, sarà totale”, queste le parole dell’allenatore dopo l’ufficialità delle scorse settimane.

Tutti gli ospiti e invitati alla conferenza stampa di Antonio Conte hanno ricevuto un gentile omaggio da parte della SSC Napoli, in ogni postazione è stata fatta trovare un busta contenente una t-shirt con la frase iconica di Conte “amma fatica”. All’interno anche altri due omaggi, un tradizionale cornetto rosso realizzato dal maestro presepiale Giuseppe Ferrigno e un’agenda azzurra marchiata Colorbook. Tre regali molto graditi da tutti i presenti all’interno del teatro di corte.

Alle 15:22 entra in scena Antonio Conte. Si apre letteralmente il sipario per il nuovo allenatore azzurro, visibilmente emozionato: “Questa è la prima volta che vengo presentato in tal modo, nonostante diversi anni di carriera nel calcio. Ringrazio Napoli perché di solito sono io a dare prima qualcosa alle società che mi chiamano, stavolta è successo il contrario, allora non vedo l’ora di restituire ai napoletani ciò che mi stanno regalando in questi giorni”

A fare gli onori di casa c’è il presidente Aurelio De Laurentiis. Siparietto simpatico con l’allenatore. Chiedono una foto di loro due e una stretta di mano. Il numero del Napoli ribatte con ironia: “Non è che finora abbia portato molto bene”. Chiaro riferimento alle strette di mano passate: Garcia, Mazzarri e Calzona. Le ultime tre da dimenticare.

Parola ad Aurelio De Laurentiis: “Questa è un’occasione importante, com’è importante ogni qual volta che qualcuno riparte, riassetta e cancella tutto ciò che c’è stato. A settembre compiremo 20 anni di gestione a Napoli, non so se camperò ancora altri vent’anni – anche se la medicina fa progressi incredibili – ma la famiglia De Laurentiis sarà sempre presente in questa piazza”.

“Posso promettere serietà, una parola spesso sottovalutata. Darò tutto, voglio trasmettere la mia cultura a livello lavorativo e le mie idee calcistiche. Voglio rendere orgogliosi i tifosi che si dovranno riconoscere nella squadra e nei calciatori. Nel calcio ci sono vittoria e sconfitta ma non si può non dare il massimo. Daremo tutti il massimo, anzi daremo più del massimo”. Applausi dei presenti

“È una piazza importante, passionale. Lo rimarrà sempre. Quello che dovremo fare io e il mio staff è alimentare questa passione, che è una responsabilità. Qui c’è un grande fuoco, vogliamo farlo diventare ancora più alto”.

“Avremo una faccia incazzata, soprattutto dopo l’annata appena conclusa. Ho scelto Napoli per il progetto, ho firmato un contratto triennale, si ripercorrerà una strada intrapresa già in passato, ricercare nel più breve tempo possibile il Napoli una realtà alternativa – credibile – alle solite note. In questi 14 anni ci sono state annate memorabili, comprensive di uno scudetto. Ci vorrà un po’ di pazienza. Io sono del pensiero che chi ha tempo non aspetti tempo, voglio – ripeto – un Napoli alternativo alle solite vincitrici dello scudetto. Non vediamo l’ora di iniziare. Ho avuto proposte anche interessanti dall’estero, ma c’era una promessa fatta al presidente e abbiamo trovato una giusta quadra su come affrontare la stagione e costruire fondamenta solide nel tempo”.

“Cercheremo di fare le cose migliori, puntando su calciatori che migliorino la rosa, al di là della loro provenienza”.

“Sono un uomo del sud e so cosa significa viverci, è come un ritorno a casa. Questo è un onore e una grandissima soddisfazione arrivare nella squadra che rappresenta più di tutte il sud.”

“Chi ha tempo non aspetti tempo. Io partirei già domani a fare battaglia, però bisogna essere realisti. La cosa su cui riflettere è che un anno fa il Napoli ha chiuso a 40 punti da chi ha vinto lo scudetto, al decimo posto e fuori dalle coppe. Non bisogna pensare che cambiando allenatore tutto torna come prima. Non possiamo competere con le solite note riguardo al monte ingaggi e agli investimenti, però possiamo farlo sul piano del lavoro e del sacrificio. In napoletano si direbbe amma faticà, su questo non ci deve battere nessuno. Come sapete io non ho molta pazienza di fare il comprimario”.

Amma faticà è la verità assoluta”.

“QUI CI SONO CHIAREZZA E IDEE, DECIDO IO CHI RESTA E CHI VA VIA…”

“Li stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Io sono stato molto chiaro col presidente, prima ancora di parlare di aspetti economici e contrattuali ho voluto una rassicurazione: che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi invece poteva prendere altre strade. Sono stato categorico, perché se parliamo di ricostruzione mai poi diamo via i giocatori migliori diventa un controsenso. Ho trovato condivisione al 200% su questo aspetto da parte del club, ho chiamato tutti i ragazzi, ho sentito anche cosa volevano dirmi, se ci sono problemi vanno risolti, perché la decisione è sempre mia. Chi fa parte del mio progetto resta a Napoli, questo dev’essere chiaro a tutti. Qui non c’è nessuna confusione, c’è chiarezza di idee”.

L’intervento di ADL sui “casi” Di Lorenzo e Kvaratskhelia: “Ringrazio Monica Scozzafava per la sua signorilità nel non menzionare i due casi limite che si sono avvicendati nei giorni scorsi. Posso capire che Di Lorenzo si sia sentito abbandonato, impossibile abbandonare una persona come lui, del suo livello. Spero che con l’Europeo si ricarichi, dopo il fortunoso pareggio dell’altra sera magari c’è la stessa serenità. Kvara? Abbiamo un contratto, ci siederemo, gli faremo una proposta di cambiamento contrattuale e non vedo problemi per lui. Poi si può dire di tutto, si possono fare offerte ai giocatori contro la legge senza avvertire il club, visto che in quel club c’è anche chi fa il presidente dell’Eca (il riferimento è al Psg, ndr). Io cerco sempre di essere corretto”.

Riparte Conte: “Faccio una chiosa sull’intervento del presidente. Di Lorenzo e Kvara sono uomini di grande livello. Sapendo che ho a che fare con uomini soprattutto, nonché calciatori top, dobbiamo fare leva sulla voglia di rivalsa di tutti. Ho opposto un veto assoluto sulle partenze dei big, su Osimhen ci sono degli accordi, è una situazione diversa rispetto agli altri. Se mi chiedete del calciatore stiamo parlando di un livello altissimo, poi dovrò solo assistere all’andamento degli scenari possibili.”

“Meret e Caprile? L’ossatura di una squadra comprende anche il difensore. Meret è il nostro portiere, gode della massima fiducia da parte mia, sa quali sono oggi le mie richieste personali nei suoi confronti; è un portiere dalle grandi capacità. Al tempo stesso sta arrivando anche Caprile, lo stavo seguendo, sta facendo un percorso importante, arriverà a Dimaro. Possiamo contare su due portieri che possono fare le fortune del Napoli per tanti anni”.

“Le affinità con le mie esperienze precedenti in panchina? L’unica realtà affine è il Chelsea. Sinceramente penso sia stato fatto qualcosa di incredibile in quell’annata in Premier. Erano arrivati decimi e vincemmo poi la Premier con tutte quelle super potenze che ci sono lì. Quello che io non posso promettere è sicuramente la vittoria finale, perché vince solo una, ma inizieremo un percorso per essere competitivi per la vittoria, questo sì, lo posso assicurare. Testa bassa e pedalare, parlare poco, fare fatti, c’è poco da fare proclami. Sono uomo del fare, non vendo aria fritta. Ho poca pazienza, credo sia la mia forza, zitti e recuperare ciò che abbiamo perso l’anno scorso.”

“Il calcio è un veicolo trainante di una città stupenda e in crescita. Napoli è malata di calcio, ci sarà sempre passione ed entusiasmo. Io e i giocatori cercheremo di coinvolgere sempre di più il popolo napoletano, assecondando questa passione e questa voglia, andando di pari passo”.

Conte racconta che qualcuno gli ha chiesto se abbia paura ad allenare il Napoli: “Ma paura di che? Parliamo di una sfida dura ma affascinante. Questa sfida arriva al momento giusto come allenatore e come persona, voglio godermi passione e entusiasmo, dovrò ricambiare tutto l’entusiasmo che sto ricevendo”

“La maggior parte della rosa verrà confermata, perché io considero i giocatori validi. Faremo solo le cose che ci porteranno benefici e che ci aiuteranno a migliorare. Il mio pregio è che riesco spesso a migliorare i calciatori, spero di riuscire a farlo. Il mercato poi è aperto fino a fine agosto… Lukaku? Romelu è come Osimhen, un centravanti eccellente, naturale che è sempre meglio averli dalla nostra parte i giocatori migliori”.

“Buongiorno a Napoli? I numeri non dicono sempre la verità, ma a volte fanno riflettere: l’anno scorso il Napoli ha preso 48 gol ed è stata la decima difesa del campionato. Il dato sconcertante è che ha subito la maggior parte dei gol in casa (27), bisogna assolutamente ritrovare un equilibrio. Non ho mai visto squadre qualificarsi per la Champions prendendo tutti questi gol. Servono fare delle riflessioni, anche se i gol subiti non dipendono solo da difensori e portiere. Vogliamo portare dei correttivi in questo senso. Girano tanti nomi, cercheremo di trovare il profilo migliore rispettando i nostri parametri”.

“NON SNATURO IL TALENTO DEI CALCIATORI PER IMPORRE UNA MIA IDEA, MA SAREMO DUTTILI TATTICAMENTE…”

“Il passato è passato, ma ogni tanto bisognerà attingere da quel passato. Dobbiamo portarci dentro il dolore della passata stagione, ci aiuterà a fare quel qualcosa in più. Le caratteristiche dei calciatori fanno la differenza, io credo che l’allenatore bravo è quello che mette i giocatori in grado di esaltarsi. Non metterò mai le mie idee davanti alle loro caratteristiche. Saremo molto duttili, anche se lo saprò solo quando li avrò sotto mano”.

“Giusto dimenticare il passato, ma quel dolore di quanto fatto lo scorso anno ce lo dobbiamo portare dentro. Ci servirà. Mi piace lavorare il giusto, il pallone è diventato molto più utilizzato, quando ero io calciatore lavoravamo tre volte di più. A volte la fatica bisogna farla, attraverso la fatica conosci te stesso, lo stress e la difficoltà. Sono stato allenato da un figlio di Napoli che non c’è più, il professor Ventrone, e mi piace ricordarlo”

AURIEMMA: “Kvaratskhelia rimane? E come valorizzarlo tatticamente?” CONTE: “Sì, sono abbastanza categorico. Non è un capriccio volerlo trattenere. Un giocatore raro, che sa giocare in fascia e all’interno del campo, quello che faremo con lui sarà esaltare le sue caratteristiche, Kvara deve restare libero ed essere assecondato. Senza dimenticare Politano, Ngonge, Lindstrom… L’idea tattica è molto chiara, la costruzione, il modo di attaccare sarà molto simile contro ogni avversario, cambierà solo il canale tattico”.

“Ibrahimovic ha detto che non cercavano un manager, cosa che io mi considero. Questo in qualche realtà può dare fastidio”.

“Migliorare Raspadori e Folorunsho? Io devo migliorare tutti. Non vedo l’ora di conoscerli i ragazzi, perché una cosa è vederli in tv, un’altra è poterli testare fisicamente”

“La prima scossa che darò? L’esempio: la leadership la conquisti così. Dimostrare ai miei calciatori l’esser pronto a mettermi a loro disposizione e a dargli tutto, per questo pretenderò tutto anche da loro. La cosa che mi fa arrabbiare è quando non vengo corrisposto nella maniera giusta, al mio modo di pensare…”

“La consapevolezza smarrita? L’equilibrio è importante, su cosa sia successo due anni fa e l’anno scorso. Trovare l’equilibrio di capire cosa sarà, quest’anno sarà tutto diverso. Gestire la vittoria è diverso e con dinamiche forti da affrontare, magari dovremo far tesoro dello scorso anno. Cercare la vittoria ed essere bravi a gestirla, cosa che non è andata bene dopo la vittoria del tricolore. Nessuno deve scendere dal carro, sia in caso di vittoria che di sconfitta. Tutte le componenti faranno tesoro per un nuovo cammino ed, eventualmente, una nuova vittoria”.

“Ora non è il momento di parlare, potrei dire tante di quelle fesserie che ci tornerebbero in faccia in un battibaleno. Ora è il momento del fare, ripeto. Dal primo all’ultimo rappresentante del club. Ha dato fastidio a me, da esterno, ciò che è successo al Napoli lo scorso anno, ci sarà sentimento di rivalsa. Ribadisco il concetto espresso a Trento qualche mese fa, non sono qui per fare la statuina del presepe. Sono in forte debito nei confronti dei napoletani”.

“L’allenatore bravo, oggi, è colui che riesce a coniugare il bello al risultato.”

“Cosa prometto a De Laurentiis? Io ho fatto una conferenza di promesse. Il primo tifoso del Napoli è proprio il presidente, dato che in prima persona risponde di tutto ciò che succede intorno al mondo azzurro. Io gli prometto di dirgli sempre ciò che penso, lui sa benissimo come sono e apprezza la mia spontaneità e l’essere diretto. Sono uno di sostanza. Mi auguro che Napoli non venga vista come una squadra di passaggio, ma come una meta. Venire a Napoli significherà per un calciatore essere responsabile di una realtà che vuole lottare per qualcosa di importante”.

Chiude De Laurentiis. “Avere Conte, che si è conquistato sul campo lo status di manager. Antonio è un uomo di impresa, chiaro che sono molto felice di averlo, perché interpreta il ruolo in pieno”.

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