“Il Corriere dello Sport” ha analizzato il mercato del Napoli, soffermandosi sul reparto difensivo. L’organico del Napoli comprende sei centrali, il tecnico leccese valuterà Natan, Ostigard e Juan Jesus prima di includerli in rosa.
CorSport- Napoli, la difesa si sta rifacendo il look! Adesso Conte penserà anche alle cessioni…
La difesa si sta rifacendo il look, inevitabile quando si passa a 3. Arrivano Rafa Marin e Alessandro Buongiorno, che diventerà il leader del reparto, ma probabilmente non è finita qui in entrata per il Napoli. Dipende dal mercato in uscita, dalle intenzioni di Antonio Conte, che nei primi giorni di ritiro vorrà valutare gli altri centrali a disposizione. A oggi, sono tanti, ben 6, compresi i due che presto arriveranno. Nell’elenco figurano anche Rrahmani, Natan, Ostigard e Juan Jesus. A parte il primo, gli altri saranno tutti messi sotto la lente d’ingrandimento dall’allenatore a cominciare da martedì, quando li incontrerà per la prima volta a Castel Volturno.
Se qualcuno sarà scontento, con lui diventerà inevitabilmente contento. È il metodo Conte, del resto, quello spiegato al suo arrivo. Se crederà di averne bisogno, li renderà inamovibili, li convincerà a modo suo. Poi, se crederà che ci voglia un altro centrale, allora si potrà insistere per Mario Hermoso, il difensore spagnolo svincolato e reduce dal quinquennio all’Atletico Madrid. Piace anche all’Inter, che cerca un centrale mancino, il famoso braccetto. Il madrileno con Simeone ha giocato spesso in quella posizione, è un ruolo che sa fare, proprio per questo interessa anche al Napoli, ma la richiesta di stipendio è ancora alta e non c’è tutta questa fretta, visto che a oggi Hermoso non ha ancora ricevuto offerte più convincenti. La stesso ds dell’Inter, Piero Ausilio, deve convincere la proprietà prima di affondare il colpo. Di valore, d’esperienza (ha 29 anni), sarebbe un colpo importante per chiunque, ma vanno fatte tutte le valutazioni del caso. E nel caso del Napoli, cominciare a sfoltire il pacchetto dei centrali per non creare affollamento in una stagione con sole due competizioni da giocare.
Sa come si costruisce una difesa, Antonio Conte. O meglio, sa come impostare la fase difensiva. Lo dicono i numeri, accennati già a Palazzo Reale. «Con le mie squadre ho avuto quasi sempre la miglior difesa» disse, ed è vero. Prendendo in esame le ultime 10 stagioni che il salentino ha concluso sulla panchina delle proprie squadre, ci è riuscito in 5 su 10, in altre c’è andato molto vicino. Con il Bari, per esempio, ottenne la promozione in A (2008/2009) con la 2ª miglior difesa (35 gol subiti). Due anni dopo, con il Siena, un’altra promozione diretta e la 2ª difesa (35 gol). Alla Juve, ha fatto en plein: tre campionati, dal 2012 al 2014, subendo soltanto 20, 24 e 23 gol a stagione. La prima, alla guida dei bianconeri, finì anche da imbattuto in Serie A, perdendo soltanto la finale di Coppa Italia contro il Napoli di Mazzarri, Cavani, Hamsik e Lavezzi. L’esperienza in Nazionale è andata meno bene, per quanto riguarda la media gol subiti: 21 in 25 partite da ct e anche in Inghilterra i suoi portieri non sono stati i meno battuti. Poco male, visto che con il Chelsea (2016/2017) ha vinto il titolo con 93 punti, terminando il campionato con la terza difesa (33 gol). L’anno dopo andò meno bene: 5° posto e quarta difesa (38), ma poi, tornato in Italia, la sua Inter è stata praticamente un bunker inespugnabile. Per due stagioni, miglior difesa, un 2° posto e uno scudetto. Tutto sommato andò bene anche nel primo anno del quasi biennio al Tottenham, portato al 4° posto con la quarta difesa. Prendendo pochi gol, le statistiche non mentono, ci sono più possibilità di vincere il campionato. Con Buongiorno leader, con Rrahmani da ritrovare, con la scommessa Rafa Marin, che in Spagna ha già fatto vedere buone cose. E magari con Hermoso, quella che potrebbe essere la ciliegina sulla torta di un reparto che andava inevitabilmente ricostruito, dopo i 48 gol presi nell’ultima, sciagurata stagione.
Carlo Gioia
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