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Cannavaro: “L’anti-Inter sarà il Napoli, Oriali è il valore aggiunto”

PARIS, FRANCE - NOVEMBER 29: Fabio Cannavaro attends the Ballon D'Or photocall at Theatre du Chatelet on November 29, 2021 in Paris, France. (Photo by Aurelien Meunier/Getty Images)

L’ex tecnico dell’Udinese fa le carte al campionato: “Pioli al Milan ha lasciato un’eredità forte. A Gasperini auguro di vincere lo scudetto, ha dimostrato di saper andare anche oltre i giocatori. Juve, perché vendi Chiesa?” L’intervista è un’esclusiva della Gazzetta dello sport

Cannavaro: “L’anti-Inter sarà il Napoli, Oriali è il valore aggiunto”

“Tutti contro l’Inter, ma non sarà facile raggiungerla. Ha il vantaggio di non aver cambiato niente dopo lo scudetto. Visto cos’è successo al Napoli dopo Spalletti?”. Fabio Cannavaro legge le carte al campionato da osservatore. Ha salvato l’Udinese nelle ultime sei giornate e, misteri del calcio, non è stato confermato. Non resterà a lungo disoccupato.

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Come si migliora l’Inter?

“Molto difficile, forse soltanto Dumfries potrebbe essere sostituito. Ma la formula del successo è un’altra: due titolari veri per ruolo per una stagione lunghissima”.

Non sarà un po’ prevedibile?

“Sì, ma toccherà a Lautaro e Calha dare il tocco di fantasia in più”.

L’anti-Inter?

“Il Napoli se tiene Osimhen e Kvara. L’anno scorso l’ho studiato con grande attenzione: è fortissimo. Osi tocca due palloni e fa tre gol, è imprevedibile, ha bisogno di meno occasioni di Lukaku. Conte mette sempre i giocatori al loro posto, il valore aggiunto è Oriali, che lo libererà dal lavoro sporco, permettendogli di dedicarsi alla squadra”.

Fortissimo eppure decimo…

“Ognuno dovrebbe fare il suo lavoro. Se qualcuno vuole fare tutto, ecco che nascono i problemi”.

Napoli più della Juve?

“Un allenatore nuovo, idee nuove, la partenza è rassicurante, però quando leggo che vogliono vendere Chiesa, uno dei più forti attaccanti italiani, mi chiedo come mai… Ma la Juve resta la Juve, non può stare a lungo senza vincere. Sta programmando il futuro a 360 gradi”.

 

La rivoluzione Motta è applicabile alla Juve?

“Nel calcio nessuno inventa niente. Sono bravi quelli che fanno esprimere al meglio i loro giocatori, il resto è pubblicità. Motta è stato bravissimo a far rendere al massimo un gruppo non di prima fascia che giocava sempre a calcio e si divertiva. Ora deve dare la stessa tranquillità alla Juve e sintonizzare i suoi su nuovi principi: possesso nella metà campo rivale, difesa alta. Ha difensori che devono giocare con 50 metri alle spalle e tornare rapidamente”.

Perso Calafiori, la Juve cerca Todibo.

“Todibo non lo conosco. Calafiori è un terzino sinistro che da centrale ha grandi qualità in impostazione, ora deve confermarsi. Il migliore l’ha preso il Napoli: Buongiorno”.

Douglas Luiz, Thuram, forse Koopmeiners…

“Con questi può dare fastidio a tutti anche in Europa. Con gli esterni e le mezzali che entrano, Vlahovic farà tanti gol”.

I tifosi del Milan al momento sono meno entusiasti.

“Il Milan sta portando un concetto internazionale da noi ancora poco diffuso: comprare buoni giocatori per rivalutarli, venderli e autofinanziarsi. Soprattutto gli americani fanno così. Fonseca viene da una scuola importante, ha un bel sistema di gioco ma nella Roma non ha chiuso benissimo. Sono curioso. Anche perché Pioli ha lasciato un’eredità importante”.

Doveva restare?

“Non lo so. Non c’è una regola nel calcio. Soffrono anche i grandi: Mou, Allegri, Sarri. C’è più concorrenza, e se uno pensa di stare fermo anni, come una volta, e poi riproporre le stesse idee, è finito. Deve studiare sempre. Ma non c’è sempre una logica”.

Si riferisce anche a Cannavaro che salva l’Udinese e resta senza squadra?

“Sapevo di avere sei partite e mi sono gettato nel fuoco. Tanti non vedevano l’ora che andasse male, adesso tanti si chiedono come mai non sia ancora lì. Sono scelte. L’Udinese ben preparata sarebbe da 10°/12° posto e valorizzerebbe tre o quattro talenti all’anno. Ma io sono un testone, ho detto no all’estero, voglio allenare in Italia e stare 24 ore sul campo. Il mio futuro è in salita, ma qualcuno ha visto come ho migliorato l’Udinese”.

Il suo calcio?

“Mi piace comandare, essere aggressivo, ma sono i giocatori a permetterti o meno certe situazioni. Oggi ce ne sono troppi che eseguono, ma non pensano: abbiamo perso la fantasia e si vede a tutti i livelli, Nazionale compresa. Il calcio è movimento, devi pensare alle variazioni, è spazio-tempo: Sacchi lo diceva e pensavano parlasse di geografia…”.

Gasperini può vincere lo scudetto?

“Sì e glielo auguro perché è una guida per tutti quelli che vogliono allenamenti e gioco ad alta intensità. E anche se perde Koopmeiners ha dimostrato di andare oltre i giocatori”.

Invidia un po’ De Rossi?

“No, è un amico, è un grande, ha cominciato peggio di me nella Spal, ma ha avuto la squadra della sua città in mano e ha fatto benissimo. Ora avrà addosso tante attese, ma i tecnici italiani sono i più bravi”.

La Nazionale?

“Colpa di tutti, non solo del ct o dei giocatori o della Figc. Ora resettiamo tutto, Spalletti e i giocatori si parlino e ripartiamo perché al Mondiale non possiamo non esserci. Più gioco, più corsa, più fame. E i giovani ci sono: viste le Under?”.

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