Daniel Maldini è un nuovo giocatore del Monza. Dopo nonno Cesare e papà Paolo finisce l’era di una famiglia legata a doppio filo al mondo rossonero, nell’anno del 125° compleanno del club
Milan, ceduto definitivamente Daniel Maldini al Monza: finisce un’era per il club rossonero
Lucio Dalla cantava “poi Milan e Benfica, Milano che fatica”, scrive Sky Sport. E allora che fatica doversi abituare alla fine di un’era. Cominciata da lontano, da chi quel Milan-Benfica è riuscito a vincerlo. Con l’addio di Daniel, al Milan finisce definitivamente la dinastia Maldini, dopo 70 anni e al 125esimo compleanno della società rossonera. Questa sarà la prima stagione in cui quel cognome non farà più parte di Milanello, che da quelle parti è quasi un titolo nobiliare. Sì, perché il primo Maldini entra nella storia del Milan quasi 10 anni prima che il centro sportivo rossonero venisse costruito. Era il 1954. In Italia iniziano le prime trasmissioni in bianco e nero. Non erano ancora stati inventati i telefoni.
La Germania Ovest vince il suo primo titolo mondiale e la Mercedes presenta la sua storica macchina ad ala di gabbiano. Cesare Maldini, nato terzino ma sbocciato da centrale, è il primo capitano rossonero ad alzare la Coppa dei Campioni nel ‘63, proprio in quel Milan-Benfica. In totale vince altri 4 campionati, una coppa Italia e una Coppa delle Coppe. L’ultima partita risale al maggio del ‘66, i tifosi uscendo da San Siro pensavano “e quando vedremo un altro giocatore così, forse tra 70 anni”. E invece bisognerà aspettarne appena una ventina.
Paolo firma nel 1978 quando in America viene trasmesso per la prima volta Dallas. L’Argentina vince il mondiale di casa. La Apple, compie il suo secondo anno di vita. Il 3 rossonero lo indosserà per 902 volte in carriera, più di tutti. E più di tutti vincerà trofei, e come suo padre alzerà la Champions League con la fascia al braccio. Dal primo capitano, Cesare. All’ultimo, Paolo. Doveva essere così anche per Daniel, le giovanili poi la prima squadra. Un gol, il primo in Serie A, nell’anno dello scudetto. Poi i prestiti, Spezia, Empoli e Monza. Dove tornerà e potrà crescere sotto gli occhi di un signore che quella dinastia la conosce bene. E chissà che il vecchio ritornello “certi amori non finiscono” non diventi realtà ancora una volta.
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